L'intervista rilasciata a L'Equipe da Eusebio Unzué, team manager della Movistar, ha destato una vasta eco nel mondo del ciclismo. Il gran capo della squadra spagnola ha fatto diverse proposte con cui vorrebbe riscrivere le regole delle corse. Unzué ha chiesto l'introduzione delle sostituzioni per i corridori che si infortunano nella prima settimana dei grandi giri e la possibilità di ripartire a chi cade e non conclude una tappa. Il manager della Movistar ha anche parlato dell'ipotesi di un accorciamento di Giro, Tour e Vuelta, un'idea che è stata bocciata senza indugi da Patrick Lefevere.

"Accorciarli sarebbe come cancellare la storia del Ciclismo" ha dichiarato il manager della Soudal Quickstep.

Unzué: ' Il ciclismo è lo sport più immobile in questo momento'

"Perchè non consentire le sostituzioni quando un corridore è costretto ad abbandonare un grande giro nella prima settimana? Stiamo pensando al futuro dello sport, noi siamo tra quelli che partecipano agli incontri. Il ciclismo è lo sport più immobile in questo momento, facciamo le cose come quarant'anni fa, quando sono arrivato io. Tutte le squadre si preparano con dieci o undici corridori, ne lasciamo a casa due o tre all'ultimo momento. Se un corridore cade non hai diritto ad alcuna sostituzione" ha dichiarato nel dettaglio Unzué scatenando la reazione del collega.

'La sfida è resistere per tre settimane'

La proposta di Unzué prevede anche di ridurre da ventuno a quindici il numero di tappe dei tre grandi giri, il Giro d'Italia, il Tour de France e la Vuelta Espana. Questo renderebbe le corse meno sfiancanti e potrebbe favorire la partecipazione dei campioni a due o a tutti e tre i grandi giri.

Patrick Lefevere, manager della Soudal Quickstep, si è detto totalmente contrario a questa proposta, pur riconoscendo la voglia di migliorare il ciclismo del collega spagnolo. "Conosco Unzuè da molto tempo, ha delle buone intenzioni. In questo caso non sono d'accordo con lui. Accorciare i grandi giri cancellerebbe la storia del ciclismo.

La sfida è resistere per tre settimane, non per quindici giorni" ha dichiarato Lefevere.

Lefevere ha bocciato anche l'ipotesi di introdurre nel ciclismo le sostituzioni. Unzué, come riportato in apertura, ha proposto l'idea di poter sostituire quei corridori che cadono, si infortunano o si ammalano durante la prima settimana dei grandi giri. Secondo il manager della Movistar, i nuovi entrati potrebbero prendere il tempo dell'ultimo in classifica, potendo così gareggiare per le vittorie di tappa o contribuire al lavoro di squadra senza avere la possibilità di inserirsi nella lotta alla vittoria finale.

'Il ciclismo non è come il calcio'

"Purtroppo le cadute e i problemi di salute fanno parte del ciclismo.

Gran parte del successo della tua squadra è nella resilienza dei corridori, nella loro capacità di passare a un piano B”, ha dichiarato Lefevere, che ritiene questa idea contro la natura stessa del ciclismo. “Sono questi i momenti in cui i grandi campioni si rialzano e si riprendono dopo una battuta d’arresto. Questo è ciò che la gente vuole vedere. Le corse in bici sono come la boxe: solo perché a un certo punto sei alle corde non significa che perdi l'incontro".

Il manager della Soudal Quickstep pensa che l'introduzione delle sostituzioni potrebbe portare a delle interpretazioni un po' ambigue. "Il ciclismo non è il calcio. Chi determinerà quando un infortunio o una malattia sono reali?" si è chiesto Lefevere.