Questa stagione di classiche primaverili del ciclismo professionistico sarà ricordata, oltre che le strepitose vittorie di Mathieu Van der Poel, anche per i tanti record di velocità che sono stati infranti. In tutte e tre le classiche monumento fin qui disputate, la Milano Sanremo, il Giro delle Fiandre e la Parigi Roubaix, è stata registrata infatti la nuova media record. L'ex campione Sep Vanmarcke, grande interprete delle classiche nell'ultimo decennio, ha spiegato che questo è dovuto alla continua evoluzione della preparazione e dei materiali, ma con conseguenze a volte negative sulla sicurezza.

Secondo l'ex corridore belga l'introduzione dei freni a disco, che avrebbe dovuto rendere le bici più controllabili, si è rivelata controproducente. "Con i freni a cerchio i corridori erano più calcolatori, una caduta come quella del Giro dei Paesi Baschi sarebbe avvenuta più raramente" ha commentato Vanmarcke.

Vanmarcke: 'Preparazione e materiali ora sono migliori'

La Parigi - Roubaix vinta domenica scorsa da Mathieu Van der Poel è stata l'edizione più veloce di sempre della corsa. Il fuoriclasse olandese ha percorso i 260 chilometri del tracciato a 47,8 di media, la velocità più alta che sia mai stata segnata in una classica monumento del Ciclismo professionistico. Anche alla Sanremo e al Fiandre delle scorse settimane si erano registrate medie record, rispettivamente 46,1 e 44,5.

Sep Vanmarcke ha osservato questa evoluzione del ciclismo, lanciato a velocità sempre più folli, prima dalla bicicletta, e da quest'anno dall'ammiraglia della Israel, dove ha iniziato la sua nuova carriera da DS. "Le corse sono diverse ora, la preparazione e i materiali sono migliori" ha dichiarato Vanmarcke, spiegando che non esiste una continuità tra questo modo di interpretare il ciclismo e quello delle generazioni passate.

"Durante il periodo della Us Postal c'erano sette corridori che prendevano la testa del gruppo ad un ritmo costante. Nella sua epoca il Team Sky ha preso un controllo completo" ha analizzato Vanmarcke. "Nelle classiche la Quickstep dominava la corsa, accelerava prima del pavè e poi restava in testa tranquillamente. Le cose hanno cominciato ad evolversi quando nelle corse fiamminghe sono arrivati i corridori che puntavano alle classiche delle Ardenne, come Alaphilippe.

Quella tendenza è proseguita con corridori dal grande motore come Van der Poel e Van Aert. A poco a poco consumano il gruppo con un ritmo sempre elevato" ha commentato l'ex corridore belga.

"Con i freni a disco si frena più tardi"

Sep Vanmarcke ha spiegato che questo innalzamento delle velocità è dovuto anche alla ricerca che viene fatta continuamente sui materiali. "Tutto è cambiato in quell'area, dalla bici, alla posizione dei corridori, l'abbigliamento, il casco. Anche i copriscarpe sono diventati più veloci" ha testimoniato Vanmarcke.

L'ex campione sostiene però che tutto questo ha avuto un impatto negativo sulla sicurezza, portando ad esempio la grave caduta avvenuta al Giro dei Paesi Baschi, in cui sono rimasti coinvolti anche Roglic, Vingegaard e Evenepoel.

"Ora c'è meno resistenza al rotolamento delle gomme. Con i freni a disco si può frenare più tardi. Questi sono alcuni dei fattori che a parità di potenza ti permettono di andare più velocemente di dieci anni fa. Oggi i corridori entrano in curva e vedono se funziona. Una volta, con i freni a cerchio, eri più calcolatore. Una caduta come quella che è avvenuta al Giro dei Paesi Baschi sarebbe capitata più di rado" ha commentato Sep Vanmarcke.

Chi è Sep Vanmarcke

Belga di Kortrijk, nel cuore delle Fiandre, classe '88, Sep Vanmarcke è stato per un decennio uno dei grandi protagonisti delle classiche sul pavè. E' passato al ciclismo professionistico nel 2009 con la Topsport, e ha poi vestito le maglie di Garmin, Lotto Jumbo, EF e Israel.

Ha ottenuto il primo grande risultato nel 2010 arrivando secondo alla Gand Wevelgem e mettendo in mostra la sua predisposizione per il pavè. Nel 2012 è riuscito a battere Tom Boonen alla Het Nieuwsblad, facendo immaginare un futuro da campione che poi si è concretizzato solo in parte.

Spesso condizionato da infortuni e incidenti, Vanmarcke è diventato un primattore delle grandi classiche ma non un vincente. E' arrivato secondo in una Roubaix e due volte terzo al Fiandre, collezionando poi una quantità di piazzamenti nella top ten di queste corse, in cui ha dato il meglio di sè. Nella scorsa stagione ha chiuso la carriera ed è diventato DS della Israel.