A quasi due anni dal suo ritiro dal ciclismo professionistico, avvenuto al termine di un periodo particolarmente tormentato, Tom Dumoulin ha pubblicato un libro autobiografico, dal titolo "Op gevoel". Per presentare e pubblicizzare il lavoro, l'ex campione ha rilasciato un'intervista al giornale De Volkskrant, in cui ha parlato anche di alcuni episodi inediti della sua carriera. Dumoulin ha rivelato di aver "sempre avuto paura di andare in bicicletta" e di essere rimasto particolarmente turbato da una caduta avvenuta nei primi anni della carriera, alla Vuelta Espana 2012.

'Ho avuto paura di morire su una montagna andorrana'

Tom Dumoulin ha raccontato di aver superato il periodo travagliato che ha vissuto tra l'ultima parte della carriera e l'inizio della sua nuova vita fuori dal Ciclismo. Il vincitore del Giro d'Italia 2017 sta lavorando come opinionista per la tv olandese NOS, ha una nuova compagna e presto diventerà padre per la prima volta. Dumoulin sta vivendo questo periodo con una ritrovata serenità, e la pubblicazione dell'autobiografia lo ha aiutato a fare pace con il suo passato di campione e a riviverlo con orgoglio.

"Può sembrare un po' narcisistico e arrogante, ma è speciale quello che ho realizzato, perché semplicemente non sono molte le persone che possono fare qualcosa del genere.

Ora posso finalmente provare gratitudine per averlo provato. Allo stesso tempo sono anche molto grato che sia stato tutto solo temporaneo" ha dichiarato Tom Dumoulin, raccontato poi di non essere riuscito a convivere con la popolarità e l'invadenza di una parte dei tifosi, soprattutto in Olanda.

"In un paese come l'Italia gli appassionati di ciclismo ti dicono che si sono divertiti e ti chiedono di fare un selfie.

Bene. Da noi, invece, quando sei al ristorante ti senti dire perché non sei ad allenarti. Oppure uno ti dice che non gli piace il ciclismo, ma che suo nipote è un tifoso" ha raccontato l'ex campione.

Dumoulin ha poi rivelato un episodio poco noto della sua carriera, una caduta avvenuta quando era un giovane talento emergente, alla Vuelta del 2012.

Quell'incidente ha fatto riemergere nella sua mente dei fantasmi che era riuscito a nascondere. "Non ne ho mai parlato e ho ancora delle difficoltà a farlo. Quando sono caduto ero da solo e ci sono voluti diversi minuti prima che qualcuno mi soccorresse. In qualche modo sapevo che non sarei morto subito per una ferita all'addome, ma ho avuto paura di morire da solo su una maledetta montagna andorrana. Ho sempre avuto paura di andare in bicicletta" ha concluso Tom Duomoulin.

Dumoulin, il ritiro dal ciclismo a soli 32 anni

Tom Dumoulin è stato professionista dal 2012 al 2022. L'episodio di cui parla avvenne nel primo grande giro a cui partecipò, la Vuelta Espana 2012, nella tappa con arrivo a Collado de la Gallina vinta da Alejandro Valverde.

Qualche settimana dopo quell'incidente, Dumoulin fu in grado di tornare a correre e nel finale di stagione arrivò decimo nella prova a cronometro dei Mondiali under 23 di Valkenburg. I primi risultati importanti arrivarono nel 2014, con il titolo nazionale a cronometro e il bronzo, sempre nella prova contro il tempo ai Mondiali.

Dal 2015 si è scoperto anche come uomo da grandi giri, tenendo la testa della Vuelta Espana fino a due giorni dalla fine per poi concludere quarto. Nel 2016 ha vinto la cronometro iniziale del Giro d'Italia, due tappe al Tour e l'argento nella crono olimpica di Rio. Il 2017 è stato il suo anno d'oro, con la vittoria al Giro d'Italia e al Mondiale a cronometro, e nella stagione successiva si è espresso per l'ultima volta ad altissimi livelli finendo secondo sia al Giro che al Tour.

Una grave caduta al Giro 2019 e i primi alti e bassi psicologici hanno determinato un precoce declino, che non ha cambiato traiettoria con il passaggio alla Jumbo Visma. L'ultimo lampo è stato l'argento alle Olimpiadi di Tokyo nella prova a cronometro. Nel 2022, a stagione in corso, ha annunciato l'addio al ciclismo.