La lotta al doping nel mondo del ciclismo continua anche dopo aver superato gli anni più critici e bui. Con l'introduzione del passaporto biologico, la reperibilità totale e i controlli a sorpresa, le maglie dell'antidoping si sono fatte sempre più strette, dando una svolta all'insegna della credibilità per un Ciclismo che rischiava di essere spazzato via da scandali, positività ed inchieste. L'utilizzo di nuovi farmaci che non sono ancora nella lista di quelli vietati dalle regole antidoping, resta però un settore da monitorare continuamente. Negli ultimi tempi è stato posto sotto osservazione il tapentadolo, un antidolorifico che sarebbe entrato nel gruppo dopo che è stato vietato il tramadolo.

Si tratta di un antidolorifico che agisce sul sistema nervoso centrale in due modi diversi. Da un lato inibisce la ricaptazione della norepinefrina (un neurotrasmettitore e ormone presente nell’organismo) e dall’altro agisce come un oppioide.

Legeay: 'Gli atleti sani non hanno bisogno di questi farmaci'

Il tramadolo, un antidolorifo, è stato per molti anni al centro dell'attenzione nel mondo del ciclismo. Prima del divieto imposto dalla WADA nel 2019, le analisi di monitoraggio effettuate lo avevano rilevato in una percentuale tra il 4 e il 6% dei corridori professionisti. Secondo alcuni, l'utilizzo del tramadolo comportava numerosi rischi e sarebbe stato la causa di molte cadute avvenute in quegli anni.

Nel 2019 questo prodotto è stato vietato. In caso di positività non scatta la squalifica, ma vengono semplicemente annullati i risultati ottenuti nella corsa in cui è stato effettuato il controllo. Emblematico al riguardo è stato il caso di Nairo Quintana, trovato positivo al tramadolo nel Tour de France del 2022.

A prendere il posto del tramadolo dopo il 2019 sarebbe stato il tapentadolo, un altro antidolorifico ritenuto dall'Uci dieci volte più potente del suo predecessore.

L'Uci ha chiesto ed ottenuto dalla WADA il permesso di inserire questo prodotto tra quelli monitorati, con l'obiettivo di vietarlo completamente al più presto.

A tal proposito si sta spendendo attivamente anche l'MPCC, il Movimento per un Ciclismo Credibile, un'associazione di cui fanno parte molte squadre.

"Ci sono voluti dodici anni per inserire il tramadolo nell'elenco delle sostanze vietate.

Ci auguriamo che questa volta le autorità agiscano più rapidamente” ha commentato Roger Legeay, presidente dell'MPCC. “Gli atleti sani non hanno bisogno di questi farmaci. Inoltre, è importante sottolineare che gli antidolorifici riducono o addirittura eliminano il dolore. Questo è un altro fattore che migliora le prestazioni" ha dichiarato Legeay.

Il caso Quintana

Il caso più noto legato al tramadolo ha riguardato Nairo Quintana, uno dei più grandi interpreti delle corse a tappe della scorsa generazione del ciclismo. Al Tour de France del 2022, Quintana fu trovato positivo e per questo venne cancellato il suo sesto posto in classifica generale. Grazie alla norma che non prevede squalifiche, il colombiano fu formalmente libero di tornare subito a correre e partecipò ai Mondiali di Wollongong di qualche settimana dopo.

Di fatto, però, Quintana vide stralciato il suo contratto con la Arkea e non trovò nessun'altra squadra disposta ad ingaggiarlo. Nel 2023 ha partecipato solo ad alcune corse minori in Colombia, finchè in questo 2024 ha ottenuto un contratto con la Movistar, la squadra in cui ha corso il periodo più glorioso della carriera.