In quest’ultima settimana di Tour de France, nella carovana della corsa si sta parlando molto dell’inchiesta di Escape Collective sull’utilizzo dei rebreather di monossido di carbonio da parte di alcune squadre. Questo apparecchio, perfettamente lecito per le regole antidoping ma che pone qualche dubbio per le possibili conseguenze negative sulla salute dei corridori, serve per monitorare gli effetti dell’allenamento in quota. Nella conferenza stampa dopo la tappa di mercoledì a Superdevoluy, a Tadej Pogacar è stato chiesto se effettivamente nella UAE si usi questo rebreather e la maglia gialla ha raccontato di aver fatto un test durante un ritiro in altura.
"Ho fatto solo la prima parte del test. Non ho mai fatto la seconda parte perché la ragazza che doveva venire dopo due settimane non è venuta” ha continuato Pogacar, che ha voluto mettere a tacere le insinuazioni avanzate da alcuni media.
"Serve per vedere come rispondiamo all'allenamento in altura"
Nella sua inchiesta, Escape Collective ha svelato che UAE, Visma e Israel sono tra le squadre che utilizzano il rebreather di monossido di carbonio. Lo scopo sarebbe quello di monitorare i miglioramenti della preparazione in alta quota, ma Escape Collective ha ipotizzato anche un uso più spinto e pericoloso con inalazioni che potenzierebbero gli effetti dell’altura.
Già martedì, al termine della sedicesima tappa, a Pogacar era stato chiesto se la UAE utilizza questo apparecchio.
La risposta della maglia gialla era stata molto vaga. “Non ne so niente” aveva risposto il campione sloveno.
Mercoledì, a Superdevoluy, nella conferenza stampa del dopo corsa è saltata nuovamente fuori la domanda sul rebreather di monossido di carbonio e stavolta Pogacar non ha dribblato l’argomento.
“È un test che facciamo nei ritiri in alta quota.
Serve per vedere come rispondi all'allenamento in altura” ha risposto Pogacar, che poi ha spiegato in cosa consiste la prova. “È un test lungo due o tre minuti. Respiri in un palloncino per un minuto e poi vedi la massa di emoglobina, quindi devi ripeterlo due settimane dopo" ha raccontato la maglia gialla.
“Non è che respiriamo tubi di scarico ogni giorno dalle macchine.
È solo un test piuttosto semplice per vedere come rispondi all'allenamento in quota" ha risposto Pogacar.
Il campione sloveno è ancora saldamente al comando della classifica generale quando mancano solo tre tappe al termine del Tour de France: gli arrivi in quota a Isola 200 e Col de Couillole e la cronometro da Monaco a Nizza che domenica 21 luglio farà calare il sipario sulla corsa gialla. Il suo vantaggio su Jonas Vingegaard è 3'11'', quello su Remco Evenepoel di 5'09''.
Zeeman: 'È una storia esagerata'
Sul tema del rebreather di monossido di carbonio si è espresso anche Merijn Zeeman, tecnico della Visma Lease a Bike. Anche Zeeman ha ammesso che la sua squadra utilizza questo apparecchio, ma che si tratta di un normale sistema per monitorare dei valori e non per migliorare le prestazioni.
“È una storia esagerata. È semplicemente il metodo più comunemente usato per misurare la massa di emoglobina, un metodo che esiste da anni” ha dichiarato Zeeman a HLN.