Nel primo scontro diretto tra le stelle del Tour de France è stato Primoz Roglic l'unico a non dare delle risposte molto convincenti. Dopo una prima tappa passata senza particolari sussulti, il campione sloveno ha mostrato delle difficoltà nella giornata di ieri, in cui la corsa è arrivata a Bologna affrontando per due volte la scalata al San Luca. Questa salita è particolarmente cara a Roglic, che qui ha vinto il Giro dell'Emilia battendo Pogacar e anche una tappa del Giro d'Italia nel 2019. Le rampe della collina bolognese sono disegnate perfettamente sulle caratteristiche del capitano della RedBull Bora, che però stavolta ha incontrato delle difficoltà inattese.

Mentre Pogacar e Vingegaard facevano la differenza ed Evenepoel li riprendeva nel finale, Roglic è dovuto rimanere sulla difensiva, ha perso una ventina di secondi e nel dopo corsa ha dovuto ammettere di non avere delle buone sensazioni in questo avvio di Tour.

Aldag: 'Primoz ha fatto quello che poteva'

Primoz Roglic è stato l'unico vero sconfitto di questo primo round tra i corridori più attesi del Tour de France, non solo per i secondi persi, ma soprattutto per l'impressione davvero poco convincente che ha destato in un contesto che appariva ideale per lui. "È stata dura, non ho le gambe che speravo" ha ammesso il campione sloveno dopo questa prova non all'altezza delle aspettative.

"Non ero posizionato dove avrei dovuto essere, ero troppo dietro.

Non ho potuto fare nulla, ma per fortuna mancano ancora 19 tappe" ha dichiarato Roglic, che non ha perso la sua fiducia.

Anche il Ds della RedBull Bora, Rolf Aldag, ha cercato di minimizzare quanto accaduto in questo avvio di Tour de France. "La squadra ha fatto un ottimo lavoro e Primoz ha fatto quello che poteva, non possiamo arrabbiarci per questo" ha commentato il tecnico tedesco, che ha invitato a non fare bilanci frettolosi.

"Il Tour non è una classica, è una corsa di tre settimane. Il nostro obiettivo prioritario era di superare questo primo weekend" ha aggiunto Aldag.

L'aspetto positivo per Roglic è l'apporto dato dai compagni nel finale di corsa. Il campione sloveno si è trovato al fianco sia Vlasov che Hindley negli ultimi chilometri, e grazie al loro lavoro in testa al gruppetto inseguitore ha potuto limitare i danni e non perdere ulteriore terreno.

"In salita ero al limite. Dopo il Gpm io e Vlasov siamo riusciti a portarci in testa. Abbiamo fatto un bel lavoro di squadra, abbiamo dato tutto. Non è stata una giornata disastrosa, ci saranno ancora tante tappe" ha commentato Hindley.

Roglic ha perso il record del San Luca

A testimonianza di una corsa di livello stellare, la scalata al San Luca che ha visto Primoz Roglic un po' in difficoltà, ha visto Pogacar e Vingegaard stabilire un nuovo record. La salita bolognese, una rampa di due chilometri con una pendenza media sul 10%, è stata affrontata tante volte nelle corse del Ciclismo professionistico. Qui si conclude abitualmente il Giro dell'Emilia, ma in passato ci sono stati anche degli arrivi del Giro d'Italia.

Proprio Roglic aveva stabilito il tempo record di scalata nella cronometro d'apertura del Giro 2019. Lo sloveno aveva impiegato 5'22'' per completare la salita. Vingegaard e Pogacar hanno demolito quel tempo scendendo a 5'06'', pur in un contesto diverso, in una gara in linea e non in una cronometro.