Quasi 11.500 atleti si sfideranno alle Olimpiadi di Parigi 2024 in cerca di una medaglia, di un podio o di un piazzamento che per qualcuno potrebbe comunque fare rima con impresa.

Tutti concorreranno per fare il meglio possibile, ma c’è chi nella storia dei giochi il meglio l’ha raggiunto e fatto proprio eseguendo un esercizio perfetto. Tante le storie in questo senso, dal 10 della ginnasta romena Nadia Elena Comăneci alla sovietica Nellie Kim passando per il nostro Yuri Chechi, che ad Atlanta 1996 il 10 l’ha mancato per un soffio.

Montreal 1976, Nadia Comăneci centra un 10

È il 18 luglio 1976 e ai giochi di Montreal si presenta anche la 14enne di nazionalità rumena Nadia Elena Comăneci: "Mi hanno chiesto: Cosa pensi di fare ai Giochi Olimpici? Ho risposto: Non lo so. Spero di vincere una medaglia e che sia d'oro" ha dichiarato qualche tempo fa Comaneci in un'intervista esclusiva a Olympics.com. "Non c'erano aspettative. Sapevo di essere brava in quello che facevo, ma non sapevo quanto fossi brava rispetto agli altri".

Lo sarà molto più di quanto immaginasse.

Quel giorno in Canada la ginnasta si esibisce nel volteggio e nelle parallele asimmetriche, svolge il proprio esercizio con la pettorina numero 73 e una volta terminato sorride.

E’ poco più di una bambina, con i capelli raccolti dietro in una coda.

Attende l’esito delle prove e con esso il punteggio che verrà a momenti comunicato dai giudici.

È il suo allenatore, Bela Karolyi, ad accorgersi per primo che qualcosa di imprevedibile è accaduto dato che ad un certo punto sui tabelloni luminosi compare la scritta 1,00.

Tutti rimangono perplessi e c’è chi pensa che l’esercizio sia stato giudicato con un misero 1. E’ uno dei giudici a capire per primo che nessuno si è accorto di cosa sia successo, allora richiama l’attenzione dell’allenatore e usando più gesti possibili mima il punteggio: è un 10.Il tabellone non era pensato per esporlo, in sede di pianificazione ci si era infatti detti che tanto il 10 nella ginnastica non esiste.

"Cosa significa migliore, se tutti fanno la stessa cosa. Cosa posso aggiungere? Io lo chiamo il tocco di Nadia. Ho dato più ampiezza a ogni movimento ma non ho mai pensato al risultato, volevo solo concentrarmi e non sbagliare niente, avevo un minuto e 20 secondi a disposizione" racconterà ancora Comăneci. Il suo è il primo 10 di sempre nella storia di un Olimpiade.

L’atleta rumena avrà poi una carriera leggendaria fatta di 9 medaglie alle Olimpiadi, 4 ai Mondiali e 12 agli Europei.

Gli altri 10, da Nellie Kim a Elena Shushunova

Una volta sdoganato, il 10 continua a fare la propria comparsa suggellando delle performance praticamente perfette.

Sempre a Montreal 1976, è così il turno della sovietica Nellie Kim, che si esibisce nel corpo libero (fu 10 anche lì).

Un altro 10, sempre nelle due stesse specialità, lo centra poi a Los Angeles 1984 l’americana Mary Lou Retton, stesso destino andato in sorte a Elena Shushunova a Seoul 1988 e a Lavinia Milosovici nel corpo libero di Barcellona 1992.

C’è chi poi il 10 perfetto non l’ha centrato ma ci è andato comunque molto vicino. E allora, guardando ai nostri colori, merita una particolare menzione l’oro di Yuri Chechi, che ad Atlanta 1996 centra un esercizio con gli anelli che resta negli annali.

Yuri Chechi vince l’oro negli anelli ad Atlanta 1996

Poco più di un metro e 65 cm, il toscano Yuri Chechi si presenta alle Olimpiadi di Atlanta 1996 per conquistare un successo olimpico che nel suo palmares manca ancora.

La sua specialità sono gli anelli, e lui sente di non poter fallire. È il 29 luglio 1996 e alle 6 del mattino ora italiana tocca a lui. Nel Centennial Olympic Park cala ad un certo punto il silenzio: l’atleta italiano inizia i propri volteggi e si esibisce in un vortice di forza, raffinatezza ed elasticità. Quando Chechi termina e atterra in pedana a esercizio concluso non può frenare l’entusiasmo. Sorride felice e disteso perché sa che ce l’ha fatta.

E se anche il commentatore italiano non esita a definire quello di Chechi come un esercizio ‘senza dubbi da oro’ è il punteggio assegnato dai giudici ad offrire la certificazione del tutto. Il voto alla fine recita 9.887. Yuri Chechi diventa per sempre ‘il signore degli anelli’.