Alla vigilia dell'approccio ai Pirenei, il Tour de France si è infiammato in una giornata che sembrava preannunciare una tranquilla tappa per velocisti. Invece il vento ha cambiato le carte in tavola, spezzando più volte il gruppo e proponendo una sfida molto interessante anche sul piano tattico, con la UAE che ha provato a far faticare la Visma inserendo Adam Yates nel gruppo di testa. Alla fine la corsa si è decisa comunque in volata e Philipsen ha approfittato di un lavoro non perfetto tra Laporte e van Aert per andare a vincere. Ora il Tour arriva alle grandi montagne, con i due tapponi pirenaici del weekend, a partire dalla 14^ tappa di questo sabato.

I corridori vi arriveranno provati da una frazione volata via a quasi 50 di media, ma questo non ha intimorito Remco Evenepoel, uno dei corridori più attesi per domani. "C'è stanchezza nelle gambe, ma questo è un vantaggio per me" ha commentato il campione belga.

Evenepoel: 'Sui Pirenei l'idea è seguire'

Nelle consuete interviste che coinvolgono i leader delle varie classifiche del Tour de France, Remco Evenepoel si è mostrato molto fiducioso in vista delle due tappe pirenaiche che attendono il gruppo tra sabato e domenica.

Il belga deve dimostrare di aver raggiunto quella continuità e concretezza che mette ancora qualche dubbio sulle sue possibilità di giocarsi il podio finale. "Non vedo l'ora, negli ultimi giorni le tappe sono state dure. C'è stanchezza nelle gambe, ma questo è fondamentalmente un vantaggio per me" ha commentato Evenepoel, a cui è stato chiesto il perché delle mascherine che hanno ripreso ad indossare i corridori e il personale della Soudal Quickstep.

"Ci sono tante persone al via e alla fine delle tappe, il Covid non circola solo tra i corridori, viene da fuori. Vogliamo essere sicuri e non correre rischi", ha spiegato il belga.

Evenepoel ha dichiarato che il suo piano nelle tappe di montagna sarà quello di correre di rimessa rispetto alle mosse delle squadre di Pogacar e Vingegaard, che sembrano un gradino sopra alla concorrenza.

"La corsa è nelle mani di Visma e UAE. Da parte mia, se le gambe ci sono, vedremo se riesco a recuperare terreno. Ma l'idea è di seguire. Per il resto dobbiamo solo rimanere concentrati e pazienti", ha commentato il belga, che occupa la seconda posizione in classifica a 1'06'' da Tadej Pogacar.

Il vento spezza subito il gruppo, ma alla fine è volata

Nonostante un percorso semplice, con solo un paio di Gpm di quarta categoria, la tredicesima tappa del Tour de France ha regalato un vero show con azione continua.

A dare una scossa alla corsa fin dalle fasi iniziali è stato il vento, che ha soffiato forte su buona parte del percorso. Subito è partita una fuga di una ventina di corridori in cui si è inserito anche Adam Yates, insieme a Van der Poel, Kwiatkowski, Mohoric e Ballerini. La Visma, preoccupata dalla presenza di Yates, ha reagito con una violenta azione di van Aert, che ha spezzato il gruppo in più parti. Pogacar ed Evenepoel si sono fatti trovare pronti e si sono inseriti nel ventaglio creato dai Visma, ma la Ineos ha lanciato l'inseguimento ed ha ricompattato la situazione

Capendo che una fuga con Yates non sarebbe andata in porto, Kwiatkowski, Gregoire, Cort Nielsen e Bernard hanno rotto il gruppetto dei battistrada lanciandosi al comando.

Il vento ha però mantenuto l'andatura sempre alta, ed il plotone ha così raggiunto presto tutti i fuggitivi. Nel tratto caratterizzato dai due Gpm hanno attaccato Carapaz e Johannessen, ma Alpecin, Lotto e Visma hanno preso il controllo della situazione andando ad annullare anche questa fuga. L'ultimo tentativo è stato portato da Stuyven in compagnia di Van Moer, ma anche questo si è rivelato vano.

La corsa si è risolta con uno sprint di un gruppo più o meno dimezzato, senza Groenewegen e Cavendish tra i velocisti più forti. La Visma ha guidato van Aert con Laporte, ma il francese non è riuscito a portare il capitano designato fino ai duecento metri finali. La situazione ha così favorito i corridori che arrivavano da dietro e Jasper Philipsen ha saputo approfittarne lanciandosi con perfetto tempismo.

Lo sprinter della Alpecin è volato verso la vittoria, mentre van Aert ha dovuto ripartire da bassa velocità e non ha potuto andare oltre l'ennesimo secondo posto, davanti ad Ackerman e Girmay, che ha conservato la sua maglia verde. Oltre a Roglic, ritirato dopo la caduta di ieri, la corsa ha perso un altro protagonista. Juan Ayuso si è fermato dopo pochi chilometri. Lo spagnolo è risultato positivo al Covid, ha provato a partire, ma si è trovato in grande difficoltà e non ha potuto far altro che ritirarsi.