Tutte le somme che vengono accreditate sui conti correnti italiani intestati a persone fisiche, attraverso un bonifico estero, sono soggette dallo scorso 1 febbraio del 2014 ad una ritenuta che è pari al 20% fino a prova contraria.

Questo perché, a priori, si considera l'accredito avente natura finanziaria, con la conseguenza che spetta al titolare del conto corrente bancario, presentando un'autocertificazione, dimostrare che i proventi sono legati, per esempio, ad un rapporto di lavoro autonomo.

L'Adusbef e la Federconsumatori sono contrarie alla norma che porta la banca a trattenere il 20% praticamente ad insaputa del cliente, e comunque nel rispetto della legge.

Questo perché la misura, oltre che considerare tutti evasori fiscali a prescindere, rischia di far rimanere i capitali all'estero anziché metterli nella disponibilità del nostro Paese per i consumi, per la crescita e per gli investimenti.

Se la somma trattenuta dalla banca non era dovuta, spetterà poi al cittadino dover chiedere all'intermediario la restituzione delle tasse entro il termine del 28 febbraio dell'anno successivo a quello dell'operazione. Oppure si può chiedere il rimborso direttamente all'Amministrazione finanziaria dello Stato.

In questo modo secondo Adusbef e la Federconsumatori ad essere veramente penalizzati sono i comuni cittadini visto che coloro che devono spostare grandi flussi finanziari prima di effettuare l'operazione valuteranno la convenienza e l'opportunità come sempre ad oggi hanno fatto.