L'inghippo legislativo stavolta è favorevole ai cittadini che vivono in affitto e che, dal 1° gennaio 2014, hanno dovuto rivoluzionare il loro modo di pagare il fitto per il divieto del pagamento in contanti.

E' vero che la Legge di Stabilità del 2014 ha vietato il pagamento con banconote senza fare distinzioni di importi, pena l'applicazione delle sanzioni previste dal decreto legislativo n. 231 del 2007 che scatta, però, per importi a partire dai mille euro in sù. Per gli importi inferiori a tale soglia, non vi è traccia di sanzioni tributarie.

E' la novità più importante di un recente parere espresso dalla Direzione V del Dipartimento del Tesoro.

Quindi, facendo un passo indietro, la maggior parte delle persone che vivono in affitto, per lo più pensionati poco pratici con le nuove modalità di pagamento che ne assicurano la tracciabilità, come per esempio i bonifici online, e che molto probabilmente pagano un affitto inferiore ai mille euro, con l'introduzione della Legge di Stabilità 2014 si sono visti introdurre il divieto di pagare in contanti l'affitto della propria abitazione, a meno che non si tratti di alloggi in edilizia residenziale pubblica (o case popolari), qualunque sia l'importo dell'affitto stesso, garantendo quindi la tracciabilità del pagamento.

Con il chiarimento del Ministero del Tesoro, per le finalità della normativa antiriciclaggio le sanzioni possono essere applicate solo per i pagamenti al di sopra dei mille euro. Il che, quindi, significa che non potranno essere applicate le sanzioni stabilite dall'articolo 58 del D.lgs n. 231 del 2007 calcolate su base percentuale con un minimo di tremila euro.