Le famiglie italiane nel 2008 avevano nelle proprie tasche 70 miliardi in più che ora non ci sono più: è questo il clamoroso risultato dell'indagine promossa da Confcommercio in collaborazione con Cer, illustrata quest'oggi durante il Forum tenuto a Cernobbio.


Secondo questa ricerca, è stato questo l'effetto delle manovre finanziarie che hanno colpito i redditi delle famiglie italiane tra il 2008 e il 2013 e che hanno causato il loro impoverimento: i dati (sconcertanti sotto diversi punti di vista) parlano di un aggravio di imposta di oltre 60 miliardi che hanno finito per prosciugare non solo i redditi ma, ovviamente, anche i risparmi che sono stati inevitabilmente intaccati.


In parole povere (scusate il gioco di parole), piu' la crisi economica dilaniava il nostro Paese, piu' i vari governi che si sono avvicendati a Palazzo Chigi in questi ultimi sei anni, hanno usato il fisco come principale risorsa per risolvere i problemi di bilancio.


Ogni anno che passava, le famiglie italiane hanno visto impoverire le loro risorse di circa dieci miliardi: secondo Confcommercio ci sono da tener presente anche gli undici miliardi di perdita di potere d'acquisto, causa diretta dell'aumento dell'inflazione e dell'incremento delle imposte indirette. 


Un dato importante è da tenere in alta considerazione: una buona parte di questi settanta miliardi, se fossero rimasti nelle tasche degli italiani, sarebbero stati spesi in beni e servizi dando una mano alla così tanto bistrattata voce del bilancio che risponde al nome di "consumi". 


Il mistero più inquietante, però, rimane sempre quello relativo al fatto di dove siano finiti questi settanta miliardi, se, ancora oggi, nel 2014 la crisi è più che mai galoppante ed ancora si parla di sacrifici per la ripresa.