La TARI, che negli anni precedenti veniva chiamata TARSU e TARES ha come finalità principale quella di finanziare il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani.Tale imposta è composta da una componente fissa, corrispondente al costo del servizio e da una componente variabile che è proporzionata alla quantità di rifiuti prodotta. Per calcolare la tassa sui rifiuti sulle unità immobiliari e non, occorre sempre far riferimento alla superficie calpestabile. Benchè le scadenze previste per il pagamento dell’imposta variano da Comune a Comune, molti cittadini si chiedono quale sia il termine di prescrizione di questa imposta.

In breve dopo quanti anni, il Comune, tramite Equitalia ha il diritto di procedere alla riscossione della tassa sui rifiuti? A tale domanda si può rispondere dicendo che la notifica della richiesta di pagamento della Tari deve avvenire entro e non oltre la fine del 5° anno successivo a quello in cui la dichiarazione o il versamento avrebbero dovuto essere effettuati.

Dopo quanti anni il Comune può chiedere gli arretrati della TARI?

Ne consegue che nel 2016 la prescrizione è avvenuta per gli arretrati relativi all’anno 2010 e a quelli degli anni precedenti al 2010. Può però capitare che nell’arco di tale periodo soggiunga un sollecito di pagamento: tale atto ha il potere di interrompere il termine di prescrizione, il quale ricomincia di nuovo a decorrere da capo dal giorno successivo al ricevimento dell’atto interruttivo.

Il termine di prescrizione è dunque quinquennale salvo che il contribuente abbia presentato opposizione contro la richiesta di pagamento (cioè la cartella esattoriale). In tali casi la prescrizione da 5 anni sale a 10 anni. Il Comune, nel caso in cui abbia intenzione di riscuotere degli arretrati dell’imposta, deve sempre spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno che produce l’effetto di mettere in mora il contribuente avvertendolo che deve sbrigarsi a regolarizzare la sua posizione.

Qualora però il contribuente riceva una richiesta di pagamento quando ormai la TARI (laT ARES o la TARSU) si è prescritta, è bene presentare un’istanza in autotutela al Comune, con raccomanda a.r. o via P.E.C. In caso di mancato accoglimento dell’istanza di autotutela da parte del Comune o di silenzio, al contribuente non resta che procedere all’impugnazione del sollecito di pagamento o della cartella sempre che non siano decorsi i termini di legge per presentare un ricorso in Commissione Tributaria Provinciale.

Per importi fino a 3.000 euro, il contribuente inoltre può difendersi in giudizio senza bisogno della difesa-assistenza di un avvocato o di un commercialista. Ebbene precisare inoltre, che la cartella di pagamento o l’ingiunzione fiscale deve essere notificata al contribuente entro il 31 dicembre del 3° anno successivo a quello in cui l’accertamento è diventato definitivo. Tali termini sono previsti a pena di decadenza. L’accertamento diviene definitivo decorsi 60 giorni dalla data di notifica della cartella pagamento o dell’ingiunzione.

Quali sono i presupposti per il pagamento della TARI?

I contribuenti, che sanno di dover pagare la TARI, poichè possiedono o detengono, a qualsiasi titolo, dei locali, adibiti a qualsiasi uso e suscettibili di produrre rifiuti urbani, devono presentare al Comune, entro il 20 gennaio successivo all’inizio dell’occupazione o detenzione dell’immobile la denuncia di nuova occupazione di locali ed aree tassabili presenti sul territorio comunale.

Tale denuncia è redatta sugli appositi modelli predisposti e messi a disposizione dal Comune stesso. I modelli vanno compilati solo se non si sono ancora dichiarati i dati catastali degli immobili di pertinenza perché la denuncia che è stata già effettuata ha effetto anche per gli anni successivi, se le condizioni di tassabilità sono rimaste invariate. Allo stesso modo il contribuente deve provvedere a comunicare ogni successiva variazione e cessazione dell'utenza. Per restare aggiornati sul tema potete premere il tasto Segui.