C’è ancora tempo, ma è meglio muoversi, perché è in atto un vero e proprio boom di richieste. Sta infatti prendendo il volo la cosiddetta rottamazione delle cartelle di Equitalia, dopo due mesi e mezzo dall’inizio dell’operazione che è stata lanciata dal decreto fiscale collegato alla manovra di bilancio, con un aumento di oltre il 50% delle richieste solo negli ultimi 15 giorni monitorati. Ma prima di parlare di chi ha già scelto di prendere parte all’operazione di “adesione agevolata”, vediamo che cosa deve fare chi vuole prendere questa decisione.

Adesione entro il 31 marzo

La scadenza per presentare la richiesta di adesione alla “definizione agevolata” delle posizioni dai contribuenti morosi è fissata al 31 marzo: entro quella data dovranno presentare a Equitalia il modello DA1, cosa possibile anche in via telematica. Entro il prossimo 31 maggio, altra data da segnare sul calendario, Equitalia dovrà presentare il conto della rottamazione per le richieste d’adesione accettate, con l’indicazione degli importi dovuti, le rate previste, che saranno al massimo quattro, e la conseguente distribuzione dei versamenti, spalmati con un 70% entro quest’anno e il rimanente 30% entro il 2018. Tra l’altro, per facilitare le procedure, secondo Il sole - 24 ore sono stati adottati una serie di piccoli accorgimenti, ma di rilievo, come quello per esempio che consente di indicare in un'unica soluzione con la parola “Tutte” la volontà di chiudere i diversi carichi di debito, senza il bisogno di doverli specificare singolarmente, cosa che può comportare errori e una conseguente risposta negativa alla domanda di adesione.

La corsa dei contribuenti

Nelle ultime due settimane prese in esame, dal 2 al 17 gennaio, le richieste di rottamazione delle cartelle di Equitalia sono state 56.830, in media circa 4.750 domande al giorno, rispetto alle poco più di 99 mila spedite entro fine 2016, con un aumento superiore al 50% in brevissimo tempo, visto che la possibilità di aderire si era aperta il 4 novembre 2016.

Il totale ammonta a 155.948 istanze di adesioni. Di queste, disaggregando i dati per area territoriale, oltre 27.200 sono state presentate nella regione Lazio (21.052 della provincia di Roma). Seguono le richieste pervenute dalla Lombardia (21.848) e dalla Toscana (14.169). E dalle adesioni arrivate entro la fine del 2016 si può rilevare che il 72% è per crediti dell’agenzia delle Entrate e il 20% è relativo all’Inps; mentre il resto riguarda comuni e aziende di servizi comunali (3%), Inail, ministeri e prefetture (3%), ordini professionali e altri enti previdenziali, camere di commercio, regioni e consorzi (2%).

Le aspettative del governo

Il trend fa ben sperare per il successo dell'operazione. Il governo punta molto su queste entrate per far quadrare la manovra 2017-2019: secondo i dati riportati dal Servizio bilancio delle Camere, le entrate previste per l’anno in corso ammontano a 2,3 miliardi di euro, cui si sommano altri 2 miliardi nel 2018 e una coda da 800 mila euro per il 2019.