Tra i 5 decreti che sono stati licenziati positivamente dal Consiglio dei Ministri lo scorso 23 febbraio, c’è anche quello che in pratica riunifica PRA e Motorizzazione. Una vera rivoluzione per tutti i possessori di autoveicoli all’insegna della semplificazione, almeno questo è quello che il Governo crede sia il risultato che si otterrà con questa novità. Questa sarà solo la prima di una serie di cose nuove che porteranno anche, da giugno 2018, alla scomparsa del vecchio libretto di circolazione e del certificato di proprietà. Anche dal punto di vista del Bollo Auto, qualcosa cambierà perché la competenza in materia, passerà dall’ACI alle Regioni.
Proprio quest’ultimo punto, nasconde dietro un serio pericolo per molti contribuenti possessori ed intestatari di autoveicoli.
Guerra all’evasione del Bollo
Negli ultimi mesi del 2016, quando si parlava di Legge di Bilancio da approvare e di emendamenti alla manovra, uscì fuori una clamorosa idea, quella di legare il Bollo Auto alla revisione del veicolo. In pratica, si pensava a bloccare la revisione biennale della vettura nel caso in cui risultasse non pagato il Bollo proprio su quell’auto. Sarebbero stati gli addetti dei centri di revisione ad avere accesso alla banca dati e ad effettuare il controllo dello stato di pagamento del bollo prima di effettuare la revisione, respingendo l’automobile non in regola con i pagamenti.
La norma non è stata approvata, ma quello fu un segnale tangibile della volontà di chi ci amministra di combattere l’evasione del Bollo Auto che statisticamente, risulta seconda solo al Canone Rai. La riforma Madia, con l’intervento su Motorizzazione, PRA e ACI, nasconde un serio pericolo per chi è in ritardo col pagamento del Bollo.
Infatti, le autovetture con tre anni di arretrati, rischiano di essere immediatamente radiate. A dire il vero, la norma sulla radiazione della vettura dopo 3 bolli evasi, esiste da tempo, ma il fatto che la competenza in materia era appannaggio dell’ACI, di fatto impediva alle autorità di metterla in pratica. Adesso che la competenza passa alle Regioni, che sono gli Enti titolari della gestione del Bollo, nessuno vieterà loro di mettere in pratica quanto previsto dall’Articolo 96 del Codice della Strada, che prevede la radiazione del veicolo dopo 3 bolli consecutivi non pagati.
Il contenzioso tributario
Arriveranno i carabinieri a casa, a ritirare le targhe ed il libretto perché basterà l’ordine delle Regioni. Fare ricorso resterà sempre una possibilità, ma cambierà la procedura, o meglio l’organismo a cui rivolgersi per chiedere l’annullamento della sanzione (la radiazione). Infatti, non ci si potrà più rivolgere direttamente al Ministero dell’Economia, ma bisognerà trattare il Bollo Auto come gli altri tributi, rivolgendosi alle Commissioni Tributarie, perché di fatto si rientrerà nel campo del contenzioso tributario. Non tutte le novità della Riforma Madia però, sono negative, almeno all’apparenza. Come dicevamo in premessa, da giugno 2018, spariranno i due documenti classici per i titolari della proprietà di un autoveicolo, cioè certificato di proprietà e libretto.
Nascerà il foglio unico, che per i contribuenti significherà risparmiare il costo di due bolli nelle operazioni di acquisto del veicolo quando si deve pagare il passaggio di proprietà. Un risparmio di 32 euro circa, positivo ma che detonerà di poco il problema del costo esorbitante del passaggio che in Italia è molto più alto di molti Paesi Comunitari. Non è ancora chiaro infine, se la competenza per le cancellazioni dei fermi amministrativi, resterà come oggi, o se subirà cambiamenti per via della unificazione tra PRA (competente in materia oggi) e Motorizzazione.