Il 7 luglio scade il termine ultimo per presentare la dichiarazione dei redditi con il modello 730 del 2017, valido per l’anno di imposta 2016. Dopo, resterà attivo solo il modello Unico PF, quello che da quest’anno è stato ribattezzato modello Redditi PF. I lavoratori dipendenti o i pensionati di solito utilizzano il 730, perché snellisce l’arco temporale con cui pagare le imposte o ricevere i rimborsi dal fisco. Infatti, i tempi del modello Unico sono di norma più lunghi di quelli del 730 che prevede i conguagli direttamente nelle buste paga di luglio o agosto.
Luglio però, per molti contribuenti che magari attendono il rimborso dal Fisco, potrebbe non essere il mese giusto per riceverlo.
Busta paga di luglio?
Grazie a detrazioni o deduzioni dal reddito di spese sostenute lo scorso anno e che la legge consente di scaricare, milioni di contribuenti riescono ad andare a credito con il fisco. In pratica, al netto delle imposte pagate, se le spese superano le tasse da pagare, a molti italiani il fisco deve i rimborsi Irpef. In linea di massima, l’Agenzia delle Entrate, provvede ad erogare i rimborsi al contribuente tramite il sostituto d’imposta, datore di lavoro o ente previdenziale, direttamente in busta paga o cedolino di pensione. Di norma questo accade nelle buste paga di luglio o agosto.
Questo se il contribuente indica il sostituto di imposta nel 730. Ci sono casi, invece, per i quali è l’Agenzia stessa ad erogarli, entro dicembre o al massimo, entro 6 mesi dalla dichiarazione. Tipico esempio è il contribuente che risulta disoccupato o che abbia datori di lavoro che non fungono o non vogliono fungere da sostituti di imposta.
È il caso dei datori di lavoro domestici, che per legge non sono tenuti a fungere da sostituti, oppure è il caso dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro e percepiscono la Naspi dall’Inps, che in questo caso non fa da tramite.
Quando l’Agenzia eroga i rimborsi da sola
Per i casi di cui trattavamo prima, oppure per casi di datori di lavoro poco leali con il dipendente, in sede di dichiarazione dei redditi, barrando la casella di assenza sostituto, si delega l’Agenzia delle Entrate a provvedere da sola ai conguagli.
In caso di conguagli a debito, il Caf o professionista, rilascerà il modello f24 per il pagamento delle tasse direttamente in banca o alle Poste. Per conguagli ad avere, invece, il contribuente dovrà compilare il modulo prestampato dalle Entrate, con l’indicazione del codice Iban per ricevere i rimborsi sul proprio conto corrente.
Anomalie ed elementi di incoerenza
Se i casi citati prima sono relativi a scelte del contribuente o a situazioni normali in cui il sostituto di imposta non può essere utilizzato, ci sono casi in cui l’Agenzia delle Entrate si assumerà l’obbligo dei rimborsi bloccando quello del sostituto di imposta. Il Fisco può effettuare controlli preventivi, in via automatizzata o mediante verifica della documentazione entro quattro mesi dalla scadenza della dichiarazione, se rispetto alla precompilata siano state inserite modifiche tali da incidere sulla determinazione del reddito o dell'imposta.
In materia, è stato diffuso il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, circa i criteri per individuare gli elementi di incoerenza da utilizzare in sede di controllo dei 730, soprattutto quando il contribuente vada a credito di imposta. Per rimborsi superiori ai 4 mila euro, l’Agenzia si carica il diritto di provvedere da sola ai rimborsi per controllare meglio le dichiarazioni. Inoltre, viene stabilito che lo stesso vale per dichiarazioni che presentano elementi di incoerenza anche per gli anni di imposta passati. In tutti questi casi, i contribuenti possono lasciare da parte la speranza di ricevere i rimborsi nei canonici mesi di luglio o agosto e dovranno aspettare i 6 meswi previsti dal fisco.