La stagione delle dichiarazioni dei redditi è nel pieno dello svolgimento, con la scadenza del modello 730 che ormai è prossima anche per chi utilizza l’invio tramite Caf e professionisti. Per chi compila la dichiarazione da solo e la invia al Fisco, la scadenza è fissata per il 30 giugno, mentre per chi utilizza i professionisti abilitati, la scadenza cadrà il prossimo 7 luglio. Un adempimento, quello delle dichiarazioni reddituali, che tocca anche ai collaboratori domestici, come lo sono badanti, colf, baby sitter e così via. Il modello 730, che serve normalmente per pagare le tasse, per queste categorie di lavoratori può essere utile anche per ricevere spettanze che altrimenti andrebbero perdute.
Un caso particolare è il bonus da 80 euro al mese previsto da Renzi, che spetta anche a queste tipologie di lavoratori. Caso particolare dicevamo, come particolare è la tipologia di lavoro domestico e come è regolato dal Contratto Collettivo Nazionale di categoria. Vediamo nel dettaglio cosa devono fare i lavoratori per mettersi in regola con l’Agenzia delle Entrate e per sfruttare il bonus.
Lavoro particolare
Una tipologia di lavoro che non è uguale alle altre e che pertanto, presenta situazioni che vanno affrontate diversamente. Il datore di lavoro della badante, piuttosto che della colf, non è tenuto a rilasciare busta paga né tantomeno la CU (certificazione Unica), con il riepilogo di quanto erogato annualmente al lavoratore.
Entro il 31 marzo di ogni anno però, il lavoratore può chiedere al datore di lavoro, una specie di certificazione, anche su carta semplice, che sostituisce a tutti gli effetti la CU. In sede di dichiarazione dei redditi quindi, il lavoratore dovrà presentare tale certificazione ed anche le matrici dei MAV, i bollettini Inps con cui il datore di lavoro versa i contributi.
I lavoratori sono obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi se superano gli 8.000 euro annui di stipendio. In questo caso essi possono presentare il 730 o il modello Unico PF (da quest’anno Redditi PF), ma senza mettere in ballo il datore di lavoro. Infatti, tra le diversità normative del lavoro domestico rispetto agli altri lavori, c’è il fatto che il datore di lavoro non assume il ruolo del sostituto di imposta, perché non trattiene nulla sulla busta paga del lavoratore alla voce imposte.
In pratica, l’unico modo che il lavoratore ha di pagare le imposte è la presentazione del modello 730 senza sostituto, in modo tale che i conguagli e le imposte da pagare, vengano effettuate direttamente dal Fisco.
Ci sono anche vantaggi
Se dalla dichiarazione dei redditi il lavoratore risulterà a debito, il Caf o il professionista abilitato, consegnerà al lavoratore il modello F24 per il pagamento delle imposte, una specie di bollettino da pagare in banca o alle poste. Nel caso contrario, l’Agenzia delle Entrate, entro dicembre, erogherà tramite accredito sul conto corrente o tramite bonifico domiciliato alle poste, quanto spettante al lavoratore. Il caso più eclatante di rimborso potrebbe essere il bonus Renzi, da 80 euro al mese o meglio, da 960 euro all’anno.
raramente sono segnalati casi di badanti a cui il datore di lavoro eroghi questo bonus, che quindi può essere richiesto al Fisco e percepito a dicembre, in unica soluzione. Va ricordato che per percepire detto bonus, i redditi del lavoratore devono essere quanto meno pari ad 8.060 euro annui. In alternativa al 730 come dicevamo, esiste il modello unico, con scadenza a settembre. Lo svantaggio di questo secondo modello reddituale è la mancanza di certezza in termini di data in cui si possono percepire gli eventuali rimborsi fiscali. Se con il 730, dicembre è una data più o meno certa, con il modello Unico, l’attesa può essere anche di diversi anni. Ecco perché a pochi giorni dalla scadenza, sarebbe utile presentare il modello 730.