Equitalia di fatto è oramai un ente in dismissione, ma semplicemente perché verrà sostituito dall'Agenza entrate e riscossione. Cambia dunque il nome ma non la sostanza. Il rapporto oramai di distanza, in alcuni casi di ansia da cartella esattoriale, che vivono i contribuenti, ha spinto Carmelo Finocchiaro, presidente della Confedercontribuenti, a scrivere una lettera a Matteo Renzi. La decisione è forse dettata dalla necessità di una vera e propria trasformazione dell'ente Equitalia, non solo nel nome e nella sua struttura organizzativa, ma anche sul sistema di prelievo delle cartelle insolute.
Fino ad oggi dal contribuente, piuttosto che dalle associazioni per la difesa del consumatore sempre in lotta per la difesa del cittadino, sono arrivati moniti e lamentele sulla modalità di richiesta del denaro insoluto e sulle sanzioni troppo onerose. Equitalia infatti in molti casi era stata definita una struttura che praticava 'usura di Stato.' La lettera di Carmelo Finocchiaro tocca alcuni punti fondamentali, passaggi che hanno fatto parte dello storico braccio di ferro tra Equitalia e cittadini con pendenze da pagare.
Equitalia spot elettorale
Equitalia è sempre stata al centro delle diverse campagne elettorali che i partiti facevano nelle varie città d'Italia. Essendo un argomento molto caro ai cittadini, l'abolizione di Equitalia fa breccia nel cuore e nella testa delle masse.
Questo è uno dei punti toccati da Carmelo Finocchiaro nella sua missiva all'ex premier Matteo Renzi. "In questi anni, ma anche recentemente - scrive il presidente di Confedercontribuenti - le sorti delle competizioni elettorali sono state fondate proprio facendo campagna su questo argomento. Si tratta di un tema delicato, che riguarda il rapporto tra lo Stato e i suoi cittadini, che è propedeutico al mantenimento di un sano equilibrio tra servizi, ordine pubblico, sviluppo e investimenti".
Equitalia fuori dalle agevolazioni fiscali
Secondo Finocchiaro, Equitalia non è stata investita dalle agevolazioni che lo Stato ha indirizzato verso i contribuenti, in modo da alleggerire in qualche modo la pressione fiscale. Non solo per Equitalia, ma in linea generale il lavoro fatto dal legislatore nel cercare di migliorare il rapporto tra fisco e contribuente, si perde nella burocrazia fiscale di questo Paese.
Basta davvero poco per incorrere in problematiche meramente formali, che portano poi all'attuazione di revoche e dinieghi.
Dal permissivismo ad Equitalia
Tra i punti analizzati da Carmelo Finocchiaro, vi è quello del cambiamento di rotta del Governo. Comincia dagli anni in cui non esisteva Equitalia, fino a quando è stato messo in piedi l'ente in questione. In pratica, sostiene che prima si viveva in un Paese che viaggiava sul motto 'Le Tasse? Poi le pago', e dove lo Stato non faceva molto per colpire i cittadini insolventi. In quel periodo il Governo si è lasciato andare ad un eccessivo permissivismo fiscale, con risultati oggi drammatici per l'economia dello Stato. Da qua si è arrivati invece alla situazione opposta, per far fronte al forte indebitamento del Paese, in Italia si è passati alla linea dura e alla pressione esosa attraverso Equitalia, che è arrivato ad essere percepito dal cittadino come un organo praticante usura in nome e per conto dello Stato.
Una situazione che deve essere affrontata e risolta, cercando di trovare un patto tra Stato, ente di riscossione e contribuenti. Serve un accordo che possa agevolare questi ultimi a rientrare serenamente dalle loro pendenze, e a far giungere capitali nelle casse del Governo, tutto questo senza creare tensioni nel Paese.