Se un individuo disoccupato possiede beni che vanno oltre al tenore di vita che teoricamente potrebbe permettersi possono attivarsi i controlli del fisco. L'Agenzia delle Entrate in casi come questi ha la prerogativa di intimare al soggetto di dimostrare come ha fatto ad acquistare i beni contestati in assenza di un reddito. Tra i beni che possono fare scattare i controlli ci sono case, automobili ritenute lussuose, ma come abbiamo illustrato nei mesi scorsi talvolta per attirare l'attenzione del Fisco può essere sufficiente uno smartphone di alta fascia, quindi è opportuno fare attenzione anche ai doni natalizi.
Come può un disoccupato dimostrare la provenienza dei soldi che spende?
Una persona che non lavora ed è priva di reddito verosimilmente può ricevere in dono da parenti e anche da amici eventuali beni di lusso, ma se questi fanno scattare i controlli del redditometro sarà lui a dover dimostrare la provenienza dei beni all'ufficio che chiede spiegazioni. E nel caso che il soggetto non sia in grado di fornire delle prove convincenti può essere oggetto di un accertamento dell'Agenzia delle Entrate. E quando il quadro indiziario è solido, anche in assenza di prove schiaccianti, può scattare la cosiddetta "presunzione", ovvero il Fisco "presume" che se la persona ha potuto acquistare determinati beni è in grado di fare fronte al mantenimento di questi con i suoi soldi.
In pratica si tratta dell'inversione dell'onere della prova: non è il fisco che deve dimostrare che il soggetto elude il pagamento delle tasse, ma è il soggetto che deve dimostrare di non avere evaso le imposte, spiegando con tanto di prove valide la provenienza del denaro. Per evitare problemi, se per Natale dovete effettuare o ricevere delle donazioni o dei regali di valore consistente è preferibile scegliere un metodo di pagamento tracciabile.
Fisco, le fiamme gialle potranno controllare telefoni e tablet
L'ultima novità in ambito di contrasto dell'elusione fiscale è che per cercare le prove di un'evasione fiscale la Guardia di Finanza potrà avere accesso a smartphone, tablet e personal computer, oltre che alle app di messaggistica e ai client di posta elettronica.
E' quanto dispone una recente circolare operativa della Guardia di Finanza, che apre le porte a questo tipo di controlli. Personale specializzato Cfda (Computer forensics e data analysis) potrà quindi accedere a conversazioni di email e chat come WhatsApp e Facebook Messenger. Per maggiori dettagli rimandiamo all'articolo Fisco, la Finanza potrà spiare telefonino, email e chat.