Nelle ultime ore è stata piuttosto discussa la decisione presa dal Tar e dal Consiglio di Stato in merito alla morosità delle bollette della luce. Negli anni precedenti, infatti, si è registrato un incremento dei casi legati all'inadempienza dei consumatori, il che ha creato un insoluto che inevitabilmente tenderà a crescere. Gran parte dei casi sono generati dalla cosiddetta povertà energetica, la quale nel 2017 ha colpito ben 5 milioni di italiani, corrispondenti all'8% della popolazione. Si tratta di una situazione economica critica a tal punto da non poter assicurare al consumatore di poter acquistare, pagando, tutto il necessario per la sopravvivenza, come per l'appunto l'energia elettrica.
Le cause possono essere svariate, ma la più diffusa è sicuramente quella legata alla perdita del lavoro: per questo motivo, molti italiani non riescono a sostenere i costi relativi alle utenze e, in seguito all'inadempienza, perdono il diritto di ricevere l'erogazione. Questa però è solo una fetta dei casi, in quanto molti altri cittadini italiani scelgono di ricadere nella morosità per motivi differenti.
Morosità delle bollette della luce: le aziende sono in crisi
Il fenomeno dell'inadempienza del pagamento della bolletta della luce è diffuso su larga scala sull'intero territorio nazionale e ciò sta mettendo a dura prova le aziende erogatrici di corrente elettrica. Molte infatti sono le società che si trovano in grande difficoltà per la mancata ricezione dei pagamenti richiesti e alcune di loro sono state anche costrette a chiudere i battenti: ne è un esempio lampante l'Esperia S.p.a.
, costituita dall'imprenditore Filippo Giusto. A riguardo, l'anno scorso aveva annunciato la sua difficoltà nel continuare l'attività imprenditoriale, mettendo anche in guardia dall'elevato tasso di morosità delle bollette della luce; questo perché, anche se il consumatore non corrisponde quanto indicato nella fattura dell'utenza, le società devono pagare i produttori dell'elettricità e l'Erario per l'emissione della bolletta stessa.
Per questo motivo, molte aziende hanno cercato di proporre contratti a prezzi bassi, rinunciando in tale maniera alle ricoperture di rischio, ma presto le condizioni di mercato sono mutate a tal punto da divenire sfavorevoli: ogni chilowattora rivenduto generava delle perdite, facendo inevitabilmente aumentare la percentuale legata alle chiusure delle società.
Rincari sulle bollette dei non-morosi
Quanto accaduto negli ultimi mesi all'Esperia S.p.a. e alle altre società erogatrici ha fatto riflettere sulla gravità della situazione. Per questo motivo, il Tar e il Consiglio di Stato hanno trovato una soluzione, alquanto discutibile, per cercare di coprire l'insoluto generato dalla morosità. I ricorsi e le sentenze sono state poi formalizzate dall'AEEG (Autorità per l'energia elettrica e il gas), che dal 1995 tutela le leggi del mercato delle utenze in maniera tale da evitare che si instaurino i presupposti per il monopolio. La decisione è dunque quella di ridistribuire sulle bollette dei consumatori non-morosi una prima trance di oneri. Tale fetta ammonterà a circa 200 milioni di euro, utile a sanare una parte della situazione generata dagli inadempienti.
Per questo motivo, ciascuna bolletta vedrà al suo interno una voce aggiuntiva nella quale rientreranno gli oneri parafiscali previsti dall'AEEG. La soluzione scelta in realtà non è del tutto nuova, in quanto la ripartizione dell'insoluto sulla bolletta è stata già adottata in merito al Canone Rai.