Negli ultimi giorni sta facendo molto discutere la decisione presa dall'ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) in merito al piano di risanamento legato alla morosità delle bollette della luce. Sono molti infatti i consumatori che, prima di perdere il diritto di ricevere l'utenza elettrica, sono risultati per molto tempo inadempienti, non versando dunque quanto addebitato dalla fattura alla società erogatrice. In questo modo si è accumulato un insoluto che deve essere necessariamente coperto: a tal proposito, è stato stabilito che a pagare saranno i consumatori non morosi.

ARERA: sì all'aumento delle bollette della luce

Una recente delibera dell'ARERA, ossia l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha stabilito che l'insoluto generato dalla morosità diffusa in merito alle bollette della luce verrà sanato mediante un aumento degli importi addebitati ai consumatori in regola. Pertanto, le prossime bollette relative all'energia elettrica vedranno al loro interno una nuova voce nella quale saranno inclusi gli oneri parafiscali di coloro i quali non hanno pagato a suo tempo l'importo dovuto. La soluzione concretizzata dalla delibera dell'Autorità dell'energia, ha previsto dunque la socializzazione di una prima parte degli insoluti, grazie alla quale si recupererà una fetta del credito pari a 200 milioni di euro.

La restante cifra, corrispondente a circa 800 milioni di euro, sarà oggetto di successive operazioni che verranno ufficializzate nei prossimi mesi nella medesima modalità. In questo modo si pensa di recuperare insoluti per circa un miliardo di euro anche andando contro il benvolere dei cittadini onesti. Non a caso sono state molte le proteste dei consumatori in regola, i quali hanno fatto notare come tale delibera sia ingiusta e vada soprattutto a penalizzare chi ha sempre versato le somme dovute.

I non morosi pagheranno di più: ma perché?

L'ARERA, con la sua ultima delibera, ha creato un grosso polverone riguardo la soluzione scelta per porre fine alla situazione generata dalla morosità dei consumatori. Questo principalmente perché non è chiara la motivazione secondo la quale a pagare dovrebbe essere proprio chi ha sempre corrisposto la cifra corretta.

In data 14 febbraio 2018, l'Autorità dell'energia ha pubblicato un'ulteriore nota, nella quale è andata a chiarire maggiormente la questione: ''Il provvedimento citato (deliberazione 50/2018) riguarda solo una particolare casistica, limitata numericamente, e solo una parte degli oneri generali di sistema previsti per legge'', si può leggere sul sito ufficiale. Ma perché a pagare tali oneri saranno proprio gli onesti? La risposta è piuttosto semplice: a prescindere da ciò che accade col cliente finale, le aziende erogatrici di energia elettrica devono sostenere dei costi obbligatori e i mancati ricavi vanno a generare delle perdite inevitabili. In questo modo, ogni chilowattora venduto al consumatore e non corrisposto con il pagamento della bolletta non fa altro che aggravare la situazione, portando l'azienda al fallimento.

Per questo motivo, è necessario che tale denaro pervenga, o in un modo o nell'altro, e al momento i consumatori paganti sono gli unici che potrebbero ottemperare a tale obbligo. In questo modo, si include nella loro bolletta la somma relativa agli oneri parafiscali, obbligandoli in un certo senso a pagare la percentuale prevista in maniera automatica e inscindibile: se i consumatori onesti non vogliono corrispondere tale cifra, dovranno astenersi dal pagare la bolletta della luce, diventando automaticamente morosi.