La rottamazione delle cartelle esattoriali dell'ex - Equitalia ha rappresentato, certamente, sia per lo Stato che per i contribuenti una soluzione comoda, quanto meno. Comunque, molti anche avendo aderito alla definizione agevolata non hanno, poi, rispettato l'impegno preso. Di conseguenza, l'amministrazione finanziaria sta per passare a metodi più pesanti per rientrare di quanto dovuto. In particolare quest'ultima vorrebbe procedere con dei pignoramenti. Secondo l'asssociazione a tutela dei consumatori Codacons e dell'associazione delle piccole e micro - imprese Comitas si tratterebbe, da parte dell'Agenzia delle Entrate, di una vera e propria disparità fiscale.
Per questo motivo stanno valutando la possibilità di attuare una class action.
I numeri ufficiali dei pagamenti
Secondo i dati ufficiali resi disponibili dall'amministrazione finanziaria, sugli importi superiori ai 100 mila euro ben il 56% dei contribuenti che hanno aderito alla definizione agevolata delle cartelle esattoriali non ha provveduto ad uno o più versamenti. Nello stesso tempo i contribuenti appartenenti all'altra metà delle adesioni, nella maggior parte dei casi, hanno rispettato le scadenze concordate.
Di conseguenza, dato che in questi giorni il Fisco sta emettendo diversi atti di pignoramento nei confronti di questi contribuenti della prima rottamazione, vi è la concreta possibilità che un simile modus operandi si ripeta anche con coloro che non hanno rispettato gli accordi della seconda rottamazione.
Le conseguenze immediate
Per di più, la stragrande maggioranza dei pignoramenti operati dal Fisco hanno interessato i conti correnti dei contribuenti. Questo ha messo in estrema difficoltà molte piccole e piccolissime imprese che, oltre a vedersi espropriare della liquidità in giacenza sul conto, in molti casi si sono viste revocare i fidi bancari dai propri istituti di credito.
Come anche qualsiasi altro tipo di finanziamento.
Ciò, secondo Codacons e Comitas, rischia di portare al fallimento decine di imprese con le ovvie conseguenze sociali di perdita di migliaia di posti di lavoro. Non solo, secondo le due associazioni vi sarebbero gli estremi, come accennato sopra, di una vera e propria disparità fiscale tra contribuenti interessati dalla stessa fattispecie giuridica. Cioè un debito con il Fisco. Infatti, nella seconda rottamazione, che inizierà ufficialmente a fine luglio, è stata data la possibilità ai contribuenti, in particolare le imprese, di pagare solo alcune rate e, per di più, senza dover aggiungere interessi di mora e sanzioni ulteriori.
Inoltre, dal 2019 alcuni contribuenti potranno evitare di pagare oltre a sanzioni e interessi anche una parte consistente del debito. Quindi, in sostanza, per la stessa fattispecie giuridica l'amministrazione finanziaria avrebbe adottato tre comportamenti differenti. Per tali motivi le due associazioni invitano tutti i contribuenti che hanno aderito alla prima rottamazione e hanno subito dei pignoramenti ad aderire alla loro prossima class action.