Il Movimento 5 Stelle negli ultimi giorni si sta scontrando con diverse testate giornalistiche accusandole di pubblicare le cosiddette fake news, riguardo al possibile aumento delle Tasse e dei costi per la partita iva. Infatti, la prima accusa è stata lanciata verso l'Espresso e, oggi, è toccato alla Repubblica essere "richiamato" su un presunto articolo falso riguardo l'aumento delle tasse per la partita iva di 3.2 milioni di possessori. Vediamo, però, come stanno realmente le cose.

L'articolo pubblicato su La Repubblica parla principalmente del Documento di Economia e Finanza, con il quale il governo ha proposto un obiettivo di deficit rispetto al PIL.

Grazie ad esso, l'aumento non sarà del 2.4% in tre anni, ma solo per un anno, con una successiva diminuzione al 2.1 e 1.8%. Da ciò, è stato dedotto che l'IVA crescerà nel 2020 e 2021 di circa 30 miliardi e ciò, in teoria, implicherebbe un aumento rispetto del 2,4-2,9-2,7%. Con questi risultati, può essere davvero difficile capire come possa essere applicata la flat-tax a 2 o 3 aliquote.

Partita IVA: detrazioni e deduzioni

Per il 2019, il governo ha promesso l'arrivo della flat tax per le partite IVA e le società di persone. Con il primo, si vedrà un aumento di 2 miliardi, con una tassa flat-tax al 15% e mini-IRES. Con la seconda, ne elimina 3 con l'abolizione di Iri e Ace. La soglia per usufruire delle tasse al 15% è di avere un reddito massimo di 65 mila euro all'anno, invece degli attuali 50 mila: ciò implica un aumento di coloro che possono usufruirne di circa 500 mila persone.

Per le aziende grandi, invece, non andrà meglio: per 2 milioni di persone, le tasse per la partita IVA dovevano essere il 24%, ma ciò non sarà possibile perché è rimasta la vecchia IRPEF. Se, invece, si ha intenzione di reinvestire una parte degli utili, quella sarà tassata al 15%.

Dunque, proprio da questa situazione, secondo il presidente dei commercialisti Massimo Miani, 1.2 milioni di imprese hanno beneficiato dell'Ace di questi anni, e nel 2019, dunque 3.2 milioni di imprese pagheranno più tasse.

Il numero stimato potrebbe addirittura crescere qualora il governo dovesse aumentare gli acconti sulle imposte a professionisti ed aziende. In sintesi, l'articolo di La Repubblica ha riportato la cifra di 3.2 milioni. Ora, bisognerà vedere se effettivamente l'andamento della situazione sarà quella appena descritta, o se ci saranno delle ulteriori modifiche che apporteranno variazioni sui piani per le tassazioni.