Sconti per chi usa le carte di credito o i bancomat al posto del contante, questa è senza dubbio tra le ipotesi di misure per la manovra finanziaria del governo, più discusse delle ultime ore. In pratica, sembra che l'esecutivo abbia intenzione di disincentivare l'uso del contante, andando a garantire sconti sull'Iva, o in alternativa, rimborsi da parte delle banche o ancora, un credito di imposta per coloro che scelgono di pagare gli acquisiti di beni e servizi senza utilizzare il contante. Questa ipotesi si intervento da parte del governo, rientra nel grande piano di lotta al morbo dell'evasione fiscale che il contante, piaccia o no, agevola.

E chi non ha conto corrente o carte di credito verrebbe penalizzato dal fatto di non poter utilizzare strumenti di pagamento elettronici? Una domanda lecita visto ciò che recano le indiscrezioni sulle misure che il governo avrebbe intenzione di mettere in manovra. Un altro intervento normativo su cui sta lavorando l'esecutivo però potrebbe bloccare sul nascere il problema emerso dal quesito precedente. Gli sconti, gli eventuali rimborsi o il credito fiscale arriverebbero anche a chi non ha conto corrente o Iban, perchè e in via di lavorazione un provvedimento che mira a creare la cosiddetta "carta unica pubblica", una tessera magnetica simile alle comuni carte di credito, che funzionerà da tessera di riconoscimento, tessera sanitaria e pure da carta di credito ricaricabile.

Nel mirino sempre l'evasione fiscale

Dalle misure anti evasione fiscale l'esecutivo conta di incassare più o meno 4 miliardi. Tra le varie misure, come dicevamo in premessa, potrebbe nascere lo strumento che spingendo all'uso delle carte di credito e dei bancomat, potrebbe dare un giro di vite a diverse pratiche legate all'evasione.

Basti pensare a commercianti e professionisti che non emettono scontrino o fattura, o che emettono ricevute fiscali di importo inferiore a quello che invece ha pagato il consumatore finale del prodotto o del servizio. Con il pagamento elettronico tutto diventa tracciabile e per questo che il governo punta a varare una misura che scoraggi all'uso del contante.

Utilizzare il contante potrebbe finire con il far pagare di più il bene acquistato o il servizio ottenuto da parte di un contribuente. E allora, meglio sfruttare gli sconti offerti sui pagamenti tramite bancomat di cui tanto si parla adesso. Un articolo del sito Rainews.it parla di sconti mese per mese a chi paga con le carte. Una delle ipotesi allo studio è di aumentare l'Iva per chi usa il contante, nel momento in cui deve pagare il corrispettivo di alcuni acquisti in settori dove è più alta l'incidenza dell'evasione fiscale. Un aumento di un punto percentuale che andrebbe ad appesantire il prezzo da pagare se si utilizza il contante. A questo incremento di prezzo fa da contraltare il meccanismo di sconto sui pagamenti elettronici.

In questo caso si otterrebbe uno sconto del 2% dell'Iva da pagare. In pratica, stando a questa ipotesi, una differenza del 3% per pagare lo stesso servizio, a seconda che si paghi con il bancomat o in contanti.

La card unica pubblica

In questa ottica il governo sembra accelerare anche sul processo di trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione. Lo strumento principale sarebbe la sopracitata card pubblica unica che potrebbe fare capolino già nella prossima ed ormai imminente manovra di Bilancio. La card sarebbe una autentica chiave di accesso digitale ai servizi della P.A e sarebbe anche un borsellino elettronico. Uno strumento che si affiancherà agli incentivi ai pagamenti elettronici e che consentirà al titolare di ricevere la parte di Iva scontata direttamente sulla card.

Il modello resta sempre quello della carta prepagata, in stile postepay o in stile carta redito di cittadinanza. Identità digitale, tessera sanitaria, carta d’identità e borsellino elettronico in una sola carta magnetica, anche se c'è l'idea di inserire all'interno delle cose fattibili con questo nuovissimo documento, anche la patente di guida.