Adobe viene accusata di aver leso la privacy dei propri utenti ma nega tutto. L'attacco alla società di software rischia di creare problemi e Adobe si difende mettendo sul tavolo le condizioni contrattuali.

Le motivazioni dell'attacco

Grandi problemi in vista per la casa produttrice di software, Adobe, che sembra esser stata accusata di spionaggio nei confronti dei propri utenti. Sembra che la loro privacy infatti non sia più al sicuro tanto che arrivano i primi gridi di allarme. Il primo a lanciarlo è stato Nate Hoffelder, un blogger di The Digital Reader, il quale afferma che il software che risulta incriminato sia Digital Editions.

Gli E-book si trovano così nuovamente in polemica proprio dopo gli scontri molto accesi tra Amazon e Hacette per quanto riguarda il loro prezzo.

Digital Editions è un programma utilizzato per lo più per gestire grandi raccolte bibliografiche. Si tratta, infatti, di un software che viene utilizzato per catalogare i test presenti nelle biblioteche e gestirne i prestiti e le scadenze. Secondo quanto riportato dal blogger il programma riuscirebbe a registrare tantissime minuzie, ogni gesto, che l'utente compie sull'E-book in lettura. Queste azioni vengo registrate sui nostri dispositivi ed infine trasferiti nei server della società che, sembra, così poterci monitorare. Ad inserirsi nel caso con autorevolezza è la voce della vice-presidente dell'American Library Association's Office for Intellectual Freedom, Deborah Caldwell-Stone, che in merito ha affermato di voler procedere con gli accertamenti affinché non si tralasci nulla sul comportamento di Adobe.

In seguito ad avvalorare le ipotesi del blogger sono anche le affermazioni della società Ars Technica che sembra, anch'essa, convinta della violazione di Adobe.

La difesa di Adobe

Adobe risponde alle accuse scendendo in piazza con un giorno di ritardo ma non senza carte in mano. Sembra, infatti, che la società non abbia lasciato nulla al caso e abbia, in propria difesa, discusso le condizioni contrattuali che ogni utente sottoscrive per poter accedere ai servizi della società.

L'azienda ha affermato che il monitoraggio delle informazioni è una pratica eseguita e realmente esistente ma anche si tratta di un'azione svolta in piena legittimità rientrando tra le condizioni di utilizzo del proprio software.