Guai in vista per Twitter, stando a quanto riporta l’Hollywood Reporter, nella città di San Francisco si starebbe per intraprendere un’azione legale contro la piattaforma di microblogging perché alcuni utenti sono dell’opinione che questa abbia sbirciato i messaggi privati e di averne alle volte anche alterato il contenuto. Lunedì scorso perciò una class action è stata depositata alla Corte Federale della città californiana da alcuni iscritti che accusano Twitter di non rispettare la legge sulla privacy della California.
Twitter modificherebbe i messaggi privati
Quello che si contesta a Twitter è di “origliare” in modo arbitrario quello che gli iscritti si dicono tramite messaggi diretti, i DM per l’appunto. Nel momento in cui un utente manda un DM, la piattaforma dei 140 caratteri lo intercetta e ne legge il contenuto modificando alle volte in maniera da accrescerne l’efficacia. Nello specifico, in questa causa si contesta a Twitter di aver modificato alcuni collegamenti ipertestuali che sappiamo vengono spesso impiegati tra gli utenti nei DM per condividere argomenti di interesse comune. Come esempio è riportato il caso di un utente che invia il link di un articolo del New York Times ad un altro utente dentro un messaggio diretto, a quel punto Twitter ne modifica l’URL in una forma contratta del tipo “t.co”.
La forma accorciata dei link viene solitamente adoperata nei tweet per risparmiare qualche carattere in più visto che il limite è di 140. Altro elemento che viene messo in discussione e che in tal modo Twitter trarrebbe anche un vantaggio pubblicitario dimostrando agli editori di muovere traffico verso le loro piattaforme.
A Google andò bene
A dare il via alla class action il texano Wilford Raney accompagnato in questa sua iniziativa da altri iscritti, la loro richiesta è di 100 dollari ad utente per ogni giorno di privacy violata, Twitter dal canto suo ha fatto sapere tramite un suo portavoce che dimostrerà la sua più completa estraneità alla vicenda.
Non è la prima volta che un colosso della New Economy viene tacciato di essere uno ‘spione’. Tempo fa era stata avviata una class action contro Google colpevole di analizzare le mail all’interno del proprio servizio di posta elettronica, Gmail per poter offrire agli utenti pubblicità mirata ai loro interessi. In quel caso le cose andarono bene per Big G, infatti il tribunale negò lo stato di class action, potrebbe essere che anche per Twitter le cose volgano per il meglio, staremo a vedere. Se vuoi rimanere aggiornato clicca sul tasto segui.