Una grande confortante notizia quella che permetteuna seconda possibilità di vita, a tutte quelle persone che a causa di un grave incidente o di una malattia, sono costrette all'ausilio di una obsoleta sedia a rotelle per spostarsi in maniera poco autonoma; cosa non permessa a causa delle infinite barriere imposte alla disabilità. Così nel 2016 abbiamo la notizia che gli studi volti ad aiutare queste personee non solo (spiegheremo più avanti), hanno raggiunto finalmente la realtà e non sono rimasti relegati ai personaggi di Iron Man o dell'ultima geniale creazione dell'Avatar nel film di James Cameron's, ma si sono concentrati alla robotica per aiutare il corpo umano a riappropriarsi di facoltà perdute.

Robotica per la rinascita

Di questa scoperta che unisce Tecnologia e Scienza si aveva piena fiducia, ed oggi grazie al Dr. Nicola Vitello e al suo gruppo di ricerca dell'Istituto di Bio-robotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, è 'nato' APO (Active Pelvis Orthosis), l'esoscheletro che permette di riprendere a camminare in maniera assistita dando la vita a nuovi immaginarisupereroiche potremo dire; ce l'hanno fatta. Uno dei suoi progettisti intervistati dalla rivista scientifica Focus, spiegherebbe che questa invenzione si compone di gambe artificiali montate su uno zainetto; luogo in cui si troverebbe 'il cervello' dell'intero sistema, che 'intuirebbe' i movimenti della persona che lo indossa, fornendogli la giusta potenza in conseguenza della camminata grazie a dei sensori; unica 'pecca' di APO, sarebbe però la durata della batteria che per ora permetterebbe all'esoscheletro l'autonomia di una sola giornata.

L'era dei nuovi supereroi

Questo progetto dello zainetto robotico non è il solo che sta portando innovazione all'umanità e come avevamo detto nel primo paragrafo, spieghiamo quali sono le altre tecnologie mirate, oltre che alla disabilità, anche ad altri settori. Parliamo del progetto della PERCRO (Laboratorio di Robotica Percettiva), del 2014 e del robot indossabile chiamato Body Extender che permette di fare qualsiasi movimento, 'donando' una forza venti volte superiore rispetto alle reali capacità di chi lo indossa; un meccanismo ritenuto utile in caso di operazioni di soccorso dove è richiesta una forza maggiore, oppure da utilizzare nei cantieri in cui si assemblano 'pezzi' pesanti, come ad esempio negli stabilimenti navali.

Il meccanismo è privo di collegamenti con il cervello ma consente di avere tutta questa forza, solo accennando il movimento desiderato dagli arti inferiori o superiori del corpo, grazie al sistema di riconoscimento dato da un piccolo computer.

INAIL al servizio della disabilità

Alcune di queste nuove tecnologie della scienza sono finanziate anche dall'INAIL (Istituto Nazionale per gli Infortuni sul Lavoro), insieme al laboratorio Rehab Technolgies dell'IIT che si stanno rendendo utili per un'altro meccanismo sviluppato in Italia chiamato ALEX (Arm Light Exoskeleton); inventato principalmente per dare assistenza alle persone con problemi di mobilità articolare agli arti superiori (braccia), che funziona per mezzo di un cavo in tessuto organico inserito sul pollice dell'arto infermo.

Grazie a una piccola fessura che lo collega al sistema nervoso, questo progetto prende nome di 'tendine artificiale'; per farlo funzionare servirà un piccolo veloce addestramento, che permetterà alla persona con disabilità motoria di controllare l'arto bionico solo con il proprio cervello.