Dopo qualche anno di sperimentazione con la versione beta nota comeFacebook at work, testata da aziende come Heineken e Starbucks, il social numero uno al mondo è pronto a lanciare la versione ufficiale che prende il nome diFacebook Workplace.

E' ormai nota a tutte le grandi imprese l'esigenza di ottimizzare la comunicazione tra i dipendenti, anche appartenenti a settori diversi, per migliorare il rendimento aziendale. Ed ecco che Facebook lancia sul mercato il suo prodotto, oltre a tante altre novitàconcorrendo con altre realtà già affermate come Yammer.

Uno strumento indispensabile

Con Facebook Workplace sarà possibile effettuare chiamate, chattare, scambiare documenti e file e pubblicare post ma ci sono in cantiere tante altre novità che contribuiranno ad ottimizzare il dialogo tra i dipendenti.

Ci sono voluti circa due anni di lavoro per arrivare a creare un nuovo social network simile al primo ma dedicato solo alle aziende, come spiega Julien Codorniou, direttore di Facebook at work. Un socialche sfrutta l'intuitività dell'interfaccia grafica di Facebook, ormai già nota a milioni di utenti e che quindi elimina del tutto la fase di adeguamento da parte dei dipendenti, a differenza delle altre piattaforme dedicate all'internal communication.

Contribuire alle dinamiche interne

Di sicuro migliorerà il rapporto e il dialogo tra i dipendenti ma avrà dei costi relativamente elevati. Dopo i primi 3 mesi di prova gratuiti, parliamo infatti di 3 dollari per utente mensili per le aziende con meno di 1000 utenti, di 2 dollari per utente mensili per le aziende fino a 10.000 dipendenti e di 1 dollaro per le aziende con più di 10.000 dipendenti.

C'è però da sottolineare che a differenza delle altre piattaforme dedicate alla comunicazione aziendale, Facebook Workplace non chiede un pagamento per ogni utente iscritto ma solo per gli utenti attivi ogni mese. Un buon vantaggio considerando che prima i costi per utente diminuivano solo all'aumentare delle iscrizioni totali.

Per il momento è stato adottato da molte aziende statunitensi, indiane , norvegesi ed inglesi.Aspettiamo di vedere se avrà il suo mercato anche in Italia.