Non sembra ci siano ancora dati precisi sulle caratteristiche che avrà la nuova tecnologia di trasmissione dati di quinta generazione ma alcune stime parlano di valori fino a quaranta volte maggiori rispetto all'attuale 4G, con in aggiunta una maggiore affidabilità. Tutto ciò potrebbe portare svariati vantaggi tra cui un'accelerazione nella corsa verso quella che viene chiamata Internet Of Things (IoT), cioè connettere tutti gli strumenti alla grande rete in modo che tutto possa essere controllato ed azionato oppure messo in comunicazione in modo da coordinare automaticamente il funzionamento di diversi apparati con tempi di reazione molto più bassi degli attuali.
Pochi giorni fa il sindaco M5S di Torino, Chiara Appendino, ha annunciato che la città ha stipulato un protocollo d'intesa con uno dei grandi nomi delle telecomunicazioni presente in Italia. L'obiettivo è mettere a disposizione a 3000 utenti la nuova rete 5G entro il 2018, per poi predisporre un'offerta commerciale basata su questa nuova tecnologia. Una buona notizia.
I pareri sui tempi necessari per rendere fruibile a tutti questa nuova infrastruttura di telecomunicazioni sono discordanti. C'è chi afferma che i primi telefoni 5G arriveranno dopo il 2020 mentre ci sono aziende che in tempi brevi metteranno in funzione delle reti sperimentali. Le incertezze sono dettate anche dal fatto che non sono ancora stati definiti tutti gli standard necessari per garantire il buon funzionamento delle reti e l'interoperabilità degli strumenti basati su questa nuova tecnologia.
L'unione europea già da qualche tempo ha assegnato un importante finanziamento per lo sviluppo del 5G.
Uno scenario quindi che da un lato contiene tutte le caratteristiche per rappresentare una svolta tecnologica decisamente importante ma che dall'altro comporta la difficoltà di un panorama ancora in divenire.
Speriamo che quello di Torino sia uno dei passi che porteranno l'Italia verso l'adozione di questa tecnologia con una tempistica che ci faccia essere all'avanguardia e con una strategia di rapporti tra stato ed industria privata che permetta di fare i giusti investimenti senza gravare sulle tasche dei contribuenti.