Si chiama Deinococcus radiodurans, è un batterio ambientale che vive ovunque sia sulla terra che anche negli alti strati dell'atmosfera ed è il futuro della Ricerca per proteggerci dai raggi ultravioletti.
E' stato scoperto nel 1956 durante un esperimento per determinare se il cibo in scatola potesse essere sterilizzato utilizzando alte dosi di raggi gamma. Da allora è stato ribattezzato come il batterio più resistente al mondo.
Piccolo ma resistente
Grazie alla sua altissima resistenza alle radiazioni viene generalmente usato per scopi ambientali.
Ad esempio per l'eliminazione, tramite digestione batterica, di solventi e metalli pesanti, anche in ambienti altamente radioattivi. Da allora ad oggi è stato studiatissimo per la resistenza alle radiazioni. Ma l’attenzione degli scienziati si è stata rivolta alle capacità di questo batterio di riparare i danni prodotti dalle radiazioni sul DNA.
Recentemente è tornato alla ribalta grazie a Domenica Farci, classe 1990, laureata all’Università di Cagliari in Biologia cellulare e molecolare, una delle sei vincitrici italiane della quindicesima edizione del premio “For Women In Science 2017”, assegnato da L’Oréal Corporate Foundation insieme all’UNESCO, con il progetto: “Da un batterio il segreto per proteggersi dalle radiazioni ultraviolette”.
L’attore principale è proprio il batterio scoperto nel 1956.
Ha raccontato Domenica Farci: “Il progetto prevede la caratterizzazione funzionale e strutturale della maggiore proteina che costituisce il cappotto esterno, chiamato surface layer, del batterio Deinococcus radiodurans. Questa proteina, chiamata SlpA, si ripete ordinatamente numerose volte disponendosi in maniera tanto regolare da costituire uno strato paracristallino”.
Il progetto nasce all’interno del Laboratorio di Fisiologia vegetale e Fotobiologia della sezione Botanica del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari, laboratorio guidato dal Dottor Dario Piano. “Siamo partiti proprio dalle proprietà del batterio – racconta la ricercatrice – ed abbiamo quindi deciso di indagare a fondo le strutture cellulari che interagiscono direttamente con l'ambiente esterno.
Il nostro gruppo di ricerca presso il Laboratorio dell’ateneo di Cagliari è uno dei pochi al mondo in grado di isolarle e maneggiarle, fatto che ci ha reso capaci di poterle studiare e capirne il fondamentale ruolo nella protezione dalle radiazioni. Tutto questo ci ha permesso di ottenere recentemente due brevetti, uno per la tecnica di isolamento e l'altro per il loro utilizzo. Brevetti che comprendono applicazioni che spaziano dalla diagnostica medica e sistemi di slow-delivery in terapia; alla fotonica, elettronica, cibernetica, fino all'ingegneria informatica e aerospaziale”.
Le ricerche fino ad oggi effettuate hanno dimostrato come la proteina SlpA e la deinoxantina siano in grado di assorbire le radiazioni UV più dannose (UVC ed UVB) per poi ri-emetterle sotto forma di fluorescenza e dunque calore.
Dice la ricercatrice: “Riuscire ad isolare questo tipo di proteine del surface layer non è facile a causa della loro capacità di auto-assemblarsi per creare strati paracristallini identici a quelli che formano attorno alla cellula batterica”.
Due sono i settori sui quali si avrebbero importanti ricadute. La dermatologia in quanto può essere realizzata una crema che protegga maggiormente dai raggi solari diminuendo l'incidenza di tumori della pelle dovuti a radiazioni che crescono di anno in anno. Ma anche nel settore delle bioanotecnologie, “ad esempio per la creazione di lenti con filtri UVC altamente efficaci e regolari" ha aggiunto la vincitrice del premio.
Ad oggi Domenica Farci sta completando il dottorato di ricerca presso il Center of Advanced European Studies and Research (CAESAR) del Max Planck Society, Department of Moleculary Sensory System, a Bonn in Germania.
Grazie alla borsa di studio del premio “For Women In Science 2017”, la ricercatrice si appresta a rientrare all’Università di Cagliari con una posizione di post dottorato per portare avanti lo studio.