Humble Bundle ha annunciato d’essere stata acquisita da IGN – la multinazionale dell’intrattenimento controllata da Ziff Davis – e le reazioni dei clienti più fedeli di questo negozio virtuale non hanno tardato ad arrivare. La piattaforma è apprezzata sia perché consente di donare una consistente percentuale delle cifre spese alle associazioni di volontariato, sia perché punta il proprio modello di business sul pay what you want o paga quanto vuoi: alcuni temono che quest’acquisizione comporti una perdita d’identità del portale, che ha sempre sostenuto i videogiochi indipendenti.

Il grande successo ottenuto da Humble Bundle in questi sette anni d’attività, in cui ha spaziato dal settore ludico a quello editoriale e musicale, comporta inevitabilmente un aumento delle risorse necessarie a sostenere l’infrastruttura e la domanda dei consumatori. IGN – stando alle parole di Jeffrey Rosen, co-fondatore e CEO – ne comprende e condivide la visione, perciò gli utenti non devono preoccuparsi riguardo a improbabili cambiamenti di rotta. Un prodotto che funziona non ha bisogno d’essere modificato e tanto le donazioni, quanto i metodi di pagamento resteranno invariati.

Humble Indie Bundle: la raccolta più amata dagli sviluppatori indipendenti

Humble Bundle è partito come un esperimento della Wolfire Games di Jeffrey Rosen, sulla falsariga di steam, per promuovere i videogiochi indipendenti a dispetto del grande successo dei franchise più affermati.

Concepita nello stesso periodo in cui sono fioriti i progetti di crowdfunding, la piattaforma è passata presto dalla promozione periodica di raccolte dedicate ai PC o ai dispositivi mobili alla realizzazione d’un negozio virtuale che permette l’acquisto dei singoli giochi. Tuttora sostiene anche gli scrittori e i musicisti, fuori dai maggiori circuiti editoriali.

Il fondato timore degli utenti riguarda la possibilità che, dovendo rispondere a delle esigenze commerciali come quelle imposte a IGN, diventi uno dei tanti rivenditori di videogiochi in saldo. Perché, infatti, un produttore non dovrebbe rivolgersi direttamente a Steam — qualora cambiassero le condizioni del servizio? Una domanda che, a partire dall’annuncio di Humble Bundle, probabilmente si dovranno porre molti degli sviluppatori che negli ultimi anni hanno scelto di promuoversi attraverso le popolari raccolte pay what you want.