Oggi, a Roma, i consumatori e gli operatori del settore delle sigarette elettroniche hanno manifestato davanti a Montecitorio per protestare contro le disposizioni previste dall’emendamento del Sen. Simona Vicari al decreto fiscale, che introducono il monopolio e la tassazione dei liquidi senza nicotina — accogliendo la decisione della Corte Costituzionale che annulla il ricorso al TAR del Lazio. Quando il provvedimento sarà definitivo, tutti i rivenditori online dovranno chiudere e quelli fisici dovranno ottenere una licenza come le tabaccherie per continuare ad operare sul territorio italiano.

A sostegno del Movimento Svapo, costituitosi appositamente per contrastare la riforma, spicca l'On. Matteo Salvini della Lega Nord che ha subito abbracciato la causa degli ‘svapatori’ ed ha preso la parola durante l’evento odierno: ma la protesta è bipartisan, perché non è mancato il supporto degli On. Alessa Rotta e Sergio Boccadutri del PD. In piazza è scesa anche Rita Bernardini del Partito Radicale e in questi giorni molti altri, come il laziale Francesco Pasuquali del PLI, hanno espresso solidarietà ai manifestanti. La battaglia è giocata sulla riduzione del danno.

Sigarette elettroniche e riduzione del danno

Mentre una rivista come Nature ridimensiona gli attacchi alla sigaretta elettronica, un oncologo come Umberto Veronesi ne propugnava la diffusione e in Europa è promossa dalle istituzioni per la riduzione del danno provocato dalle sigarette tradizionali, l’Italia approva un emendamento in aperta controtendenza.

Dal gennaio prossimo, infatti, ‘svapare’ potrebbe costare anche 600€ al mese: fino al doppio del consumo quotidiano di due pacchetti di ‘bionde’. Mentre le teorie sui possibili danni non sono unanimi, i benefici a breve termine sugli ex fumatori appaiono evidenti dalle testimonianze degli stessi consumatori.

La stangata imminente sul settore rischia non soltanto d'indurre di nuovo a fumare chi era passato alla sigaretta elettronica, stando ai costi più contenuti, ma anche di condannare alla chiusura numerosi esercizi commerciali che sono nati attorno ad un'abitudine che nel resto dell'Europa ha avuto un successo persino maggiore che in Italia: oltre alla maggiorazione fiscale, il problema è costituito dalla monopolizzazione che impedirebbe di vendere i liquidi a chi non possiede una licenza per la vendita dei tabacchi.

Senza nicotina, peraltro, ad essere soggetto alla tassazione sarebbe un composto chimico di glicerolo vegetale e glicole propilenico che, singolarmente, non sono soggetti a monopolio come il tabacco o l'alcol.