Le potenzialità dell’AI sono oggetto di continuo dibattito, fra sperimentazioni che sono sotto gli occhi di tutti e immaginazioni fantascientifiche.

Certamente, l’argomento non è nuovo ma è risalito in auge nell'ultimo decennio, nell'era della Digital Economy: con l’evoluzione delle tecniche di Big Data Analysis, machine learning e di tutti i campi che all’Artificial intelligence sono connessi, essendone anche sottoinsiemi, si rendono più chiari i risvolti di una buona gestione dei dati come chiave per la competitività di grandi e piccole realtà economiche e produttive fino ad arrivare al caso degli studi di professionisti, per esempio, gli studi legali.

Il caso

A proposito, è esemplare il caso dello studio Portolano Cavallo, primo, in Italia, ad avviare la sperimentazione di LUMINANCE, software AI sviluppato dall’Università di Cambridge e che, a meno di un anno dal lancio, è stato premiato come “Best Artificial Intelligence Product in Legal” ai CogX AI and Innovation Awards di Londra.

Qual è, dunque, l’utilità di LUMINANCE e come mai si può usare in giurisdizioni diverse?

I software AI apprendono con l’utilizzo: oggi, infatti, gli avvocati dello studio sono impegnati a usare ma, soprattutto, a istruire LUMINANCE, finalizzando il processo di apprendimento a metterlo in grado di svolgere e velocizzare poderose attività di analisi e interpretazione di documenti: questi vengono scandagliati nelle loro parti, che risultano così distinte, taggate, classificate per criticità e categoria legale di appartenenza; si rintracciano con facilità le clausole di migliaia di contratti, che, per esempio, nelle attività di due-diligence (nel gergo legale, la verifica dei dati del bilancio di una società), devono essere identificate e interpretate con accuratezza.

Come l'AI cambia il lavoro e l'organizzazione

Più interessante ancora è la ricaduta di questa tecnologia sul lavoro e sull’organizzazione dei processi aziendali. Prima di tutto, consente una rifocalizzazione dei work-flow su attività con maggiore valore aggiunto e dimostra di promuovere una realtà che non sostituisce l’uomo - men che mai se avvocato -, riducendo quantitativamente la formazione destinata agli operatori delle attività di supporto e creando al contempo nuovi profili, con un maggiore digital skill rate; ridimensiona tempi di risposta, incrementa notevolmente la qualità e l’efficienza operativa e finanziaria; sancisce la centralità del cliente che è destinatario dei cambiamenti che le tecnologie AI abilitano, accrescendo aspettative e anticipando desideri.

Ancora una volta, si conferma l’importanza e la pervasività dell’AI nelle nostre vite di consumatori e di lavoratori.