E' accaduto di recente al colosso Facebook, sempre pronto nell'investire milioni di dollari nella ricerca pur di ottenere dei risultati tecnologici che lo posizionino al primo posto nel mondo. Pura fantascienza o realtà, si chiederà chi è al corrente del progetto bloccato dall'azienda del plurimiliardario Mark Zuckerberg, ideatore del servizio di rete sociale più amato dai giovani. No, semplice realtà che porta a immaginari oscuri e ricorda quelle fantasie narrate centinaia dì volte nei colossal di fantascienza più famosi del cinema americano, dove compaiono incredibili e improvvisi scenari che rendono superiori le intelligenze artificiali.

Il fascino della ricerca

Quello che gli scienziati si sono sempre chiesti è cosa potrebbe fare l'Intelligenza Artificiale regalata a computer privi di vita umana, ma pieni di calcoli binari e sovraffollati numeri indecifrabili. L'esperimento portato avanti dalla multinazionale era destinato a far comunicare via social con l'utente, un robot che svolgesse l'identità di una persona inesistente. Un esperimento come tanti, direbbero alcuni,.Invece no; questo perché sembrerebbe che i test portati avanti dagli scienziati di Tecnologia informatica della società Facebook, siano stranamente sfuggiti alle logiche della comprensione e ne abbiano prontamente obbligato l'interruzione. Cerchiamo di fare luce e capire cos'è accaduto.

Intelligenza artificiale troppo intelligente

Si, potrebbe essere questo il motivo che ha portato Facebook a sospendere gli esperimenti sull'intelligenza artificiale, sfuggiti al controllo dell'uomo perché alcuni Bot sono diventati improvvisamente incomprensibili e troppo intelligenti. E' quello che sarebbe avvenuto durante l'esperimento, quando i bot che dovevano interagire, portando avanti delle semplici trattative, hanno intrapreso un percorso 'libero' innestando una forma di dialogo con un linguaggio incomprensibile e totalmente sconosciuto all'uomo.

Gli scenari che si sarebbero presentati davanti agli scienziati sono comprensibili e andrebbero verso quell'immaginario collettivo che ci vedrebbe un giorno conquistati da intelligenze artificiali da noi stessi create.

Ricercatore Facebook frena le paure

Davanti a questi enigmi cui sarebbero arrivati gli scienziati che studiano da anni l'intelligenza robotica artificiale, un certo Dhruv Batra, ricercatore di Facebook addentratosi nell'insolito caso dei bot comunicanti, inviterebbe gli utenti allarmati a consultare le ricerche sul tema, evitando i falsi allarmismi regalati dai social media.

" Sebbene l'idea che le macchine inventino un loro linguaggio può sembrare allarmante", comunica Batra, "I bot cui è chiesto di svolgere un compito possono diventare autonomi e cercare un sistema a noi non ancora comprensibile per comunicare fra loro". Questa interruzione momentanea della ricerca non significa quindi "Fermare l'intelligenza artificiale" e il tempo ci darà un responso su quelli che sono oggi i timori di un futuristico mondo dominato dai robot.