Il tema della Net Neutrality è molto importante. Tutti noi ci colleghiamo ad internet ogni giorno, navighiamo nella sperduta rete accedendo a centinaia di contenuti, informazioni, video, immagini. Ma, come tutto questo è possibile?

La navigazione ci viene garantita dalle grandi aziende che materialmente gestiscono la rete come le grandi compagnie telefoniche e le società via cavo. Queste aziende vengono definite provider. Sono loro, con le proprie strutture, che ci permettono di visualizzare sui nostri pc, Smartphone e altri dispositivi, la nostra pagina Facebook, le pagine internet che preferiamo, i video e le canzoni di YouTube.

Queste grandi aziende, i provider, non sono favorevoli alla Net Neutrality.

Cosa è la Net Neutrality

Definire la Net Neutrality non è semplice. Essa ha diverse definizioni. La Net Neutrality potrebbe essere definita come un "principio giuridico" secondo il quale "tutto ciò che circola sulla rete internet, grazie alle strutture dei provider, deve essere trattato allo stesso modo". Se vogliamo, è una sorta di "principio di non discriminazione dei contenuti presenti in rete".

In realtà è un concetto che risale alla prima metà dell'ottocento, quando negli Stati Uniti si iniziarono a costruire le prime reti ferroviarie e i primi telegrafi. Per evitare che le compagnie che costruivano le ferrovie o gestivano le reti del telegrafo potessero praticare delle "arbitrarie" discriminazioni relativamente ai contenuti, ad esempio decidere se trasportare un determinato carico di merci, magari proveniente da una specifica impresa, anzichè un'altro, oppure a trasmettere un determinato messaggio anzichè un'altro, fu introdotto il Common Carrier, cioè una regolamentazione che impediva alle società che gestivano le ferrovie (e non solo) di praticare discriminazioni arbitrarie e quindi imponeva l'applicazione di condizioni economiche che potevano essere differenziate solo in considerazione di elementi oggettivi, come il peso delle merci e la distanza di percorrenza.

La situazione attuale

I provider da sempre sono contrari alla Net Neutrality, che nell'Unione Europea è garantita da un'apposita direttiva. Infatti i provider hanno tutto l'interesse ad abrogare questo principio per poter controllare e limitare, applicando magari tariffe diverse, il traffico dei dati sulla rete. Ad esempio potrebbe chiedere tariffe più elevate ai siti che causano una maggiore circolazione dei dati: Netflix, YouTube, Facebook , Google, cioè tutte quelle aziende che utilizzano la rete per fare affari le quali, invece, sono a favore della Net Neutrality.

C'è chi ritiene che l'abrogazione di questo principio sia necessario, permettendo in questo modo ai provider di incassare di più e quindi effettuare più investimenti nel settore tecnologico e nel miglioramento della rete.

C'è chi ritiene che così non sarà, ma con la sua abrogazione si riconoscerà ai provider mano libera nel decidere a chi, se, come, quando e a che prezzo permettere il traffico dei dati.

Il dibattito tra queste due posizioni opposte è particolarmente acceso negli Stati Uniti, dove a breve, il 14 dicembre, la Federal Communication Commission potrebbe approvare un regolamento che va ad abrogare la Net Neutrality.

I Repubblicani di Trump, che attualmente hanno la maggioranza, infatti, sono storicamente contrari all'eccessiva libertà di internet.

E' necessario però chiedersi se l'abolizione di questo sacrosanto principio non sia una limitazione alla libertà di ciascuno di noi.