Si fa sempre più intensa ed aspra la guerra di Google contro le cosiddette fake news, ovvero quelle notizie false diffuse attraverso articoli redatti con informazioni inventate, ingannevoli o distorte, allo scopo di diffondere bufale sfruttando i mezzi di informazione tradizionali o sul web, con la diffusione a macchia d'olio dei social media.

Un nuovo blocco contro le bufale sul web

Il colosso californiano di Silicon Valley ha comunicato da poche ore di aver adottato l'ennesima misura di contrasto al diffondersi di fake. Il sistema di difesa si baserà su un nuovo algoritmo attivo sulle sue pagine di ricerca.

Google bloccherà, dunque, e non renderà visibili nel corso della ricerca di notizie sul web, tutti quei siti e pagine di informazione di ogni genere, dalla cronaca allo sport, dal gossip all'economia, che tutt'ora nascondono il Paese d'origine o che, con studiata astuzia, ne dichiarano uno diverso da quello reale.

La mossa servirebbe a contrastare casi di estrema gravità come quello della "Internet Research Agency", ovvero l'agenzia russa ribattezzata "Fabbrica di Troll", finita al centro dello scandalo delle presunte interferenze del Cremlino nelle elezioni presidenziali americane dell'8 novembre 2016.

Secondo quanto riportato da diverse fonti, tra cui "Bloomberg", l'agenzia si nasconderebbe anche dietro numerosi account Twitter che si spacciavano per fonti americane, generando discussioni e falsi scandali con tempistiche studiate a tavolino.

Un'autentica guerra scatenata, dunque, contro la struttura russa, dalla quale sono partiti decine di migliaia di post su argomenti in grado di dividere l’opinione pubblica, dall'omosessualità alla guerra, anche e soprattutto in piena campagna elettorale per le presidenziali. La "Internet Research Agency" non sarebbe altro che la famigerata centrale della disinformazione di Putin con base a San Pietroburgo, ed oggi rappresenta il simbolo di quanto possa essere pericoloso il web per l'equilibrio mondiale, soprattutto se manipolato a dovere e servito caldo sul piatto di un target di utenti che non ha né tempo né voglia per chiedersi se la notizia che sta leggendo possa essere falsa oppure verificata.

Se può dare il là ad una discussione, è comunque "doveroso" condividerla con amici e conoscenti.

Aggiornate le linee guida per la pubblicazione di news

Il blocco è frutto di un aggiornamento di Google effettuato nell'ultimo weekend, in pieno countdown pre-natalizio, che ha interessato le linee guida alle quali si devono attenere obbligatoriamente i siti web per essere presenti nell'elenco delle Google News.

Proprio questo periodo dell'anno, infatti, si presta maggiormente ad un calo di attenzione da parte degli utenti, favorendo così la diffusione di bufale potenzialmente devastanti.

Il colosso della "grande G" ha disposto, inoltre, che i siti di notizie "non devono rappresentare in modo fuorviante, travisare o nascondere informazioni sulla proprietà o sulla finalità principale e non devono intraprendere attività coordinate allo scopo di ingannare gli utenti".

Insomma, è partita una nuova campagna in favore della verità, o forse si è solamente alzato un altro muro fra USA e Russia in un periodo nel quale - almeno di facciata - regna la distensione dopo che la CIA avrebbe contribuito in maniera determinante a sventare, poche ore fa, un attentato progettato a San Pietroburgo dal nemico comune, il califfato dell'ISIS.