L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM) ha deciso di avviare un'indagine contro i giganti dell'elettronica Samsung e Apple per pratiche commerciali scorrette (obsolescenza programmata). Entrambi i colossi sono sospettati di aver messo in atto una politica commerciale generale che tende a sfruttare le lacune di alcuni componenti degli smartphone per ridurre nel tempo i benefici dei loro prodotti ed in tal modo spingere artificialmente i consumatori ad acquistare le nuove versioni dei cellulari. Il procedimento è stato avviato a seguito di numerose ed insistenti segnalazioni dei consumatori e contemporaneamente all'inchiesta portata avanti dall'Agcom stessa.

Due procedure distinte per pratiche commerciali scorrette

Si tratta, ha specificato l'Autorità per l'antitrust italiana, di due diversi procedimenti per pratiche commerciali tutt'altro che corrette nei confronti dei consumatori. In particolare il dito viene puntato contro gli aggiornamenti del software degli smartphone in questione: con l'aggiornamento automatico, infatti, i telefoni inspiegabilmente rallentano. Ciò spinge gli utenti ad acquistare nuove versioni più veloci e performanti. Il rallentamento è dunque indotto e viola gli articoli 20, 21, 22 e 24 del Codice del Consumo, secondo l'Agcom. Ispezioni e perquisizioni dei Nuclei Speciali dell'Antitrust della Guardia di Finanza e del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche sono avvenute nelle rispettive sedi in Italia dei due colossi.

Oltre l'obsolescenza: ricondizionare

“Al di là delle cause avviate contro questi produttori in Francia, negli Stati Uniti e adesso in Italia, è il momento di sviluppare un discorso critico, ripensare ad un sistema che è diventato ossessionato dal nuovo e permanente rinnovamento dei nostri apparecchi. La denuncia dell'obsolescenza pianificata in tutte le sue forme (tecnologica, psicologica), è una condizione sine qua non per l’apparizione di nuove modalità di consumo”.

A parlare è Vianney Vaute, tra i fondatori della startup Back Market, il primo market place di prodotti elettrici ed elettronici ricondizionati in Europa che ha fatto del ricondizionamento la sua filosofia. "La grande domanda adesso è come si fa a fare meglio con meno? Le risorse del nostro pianeta sono limitate e dobbiamo assolutamente far evolvere questa logica fin troppo lineare: produrre - consumare - scartare - riciclare.

Questa è la sfida che abbiamo intrapreso con la creazione di Back Market nel 2014". La startup intende rivoluzionare il modo in cui consumiamo, democratizzando l'acquisto di prodotti tecnologici ricondizionati in tutto il mondo. Fino ad oggi, con i suoi mezzo milione di abbonati, Back Market si vanta di aver evitato la produzione di 150 tonnellate di rifiuti elettronici.