Negare che Facebook abbia rappresentato un qualcosa di rivoluzionario per le nostre vita sarebbe sbagliato. Non si ricorda uno strumento tecnologico che abbia avuto lo stesso impatto sulla socialità, la stessa durata nel tempo e la stessa capacità di essere trasversale tra le generazioni.

Da tempo, però, si moltiplicano le voci su quelle che potrebbero essere le negatività per chi appartiene al più famoso e diffuso tra i social network, a partire da una privacy che non sembra poi così al sicuro. Gli ultimi fatti di cronaca non sembrano giocare a favore della reputazione del sito di Mark zuckberg.

L'allarme del co-fondatore di Whatsapp

Brian Acton deve gran parte della sua fortuna al fatto di essere stato uno degli ideatori di Whatsapp, l'altro strumento che ha cambiato la vita di milioni o forse miliardi di persone. E' diventato ricchissimo da quando nel 2014 ha venduto proprio a Facebook il popolare software di messaggistica, pagato circa 16 miliardi di dollari. Ha lasciato definitivamente il progetto l'anno scorso e nelle ultime ore sta facendo rumore per il fatto che abbia twittato, senza mezzi termini, che è ora di cancellarsi da Facebook, lanciando l'hashtag #deletefacebook.

Le motivazioni

Ci si chiede come mai sia arrivato un tweet di questo tipo. E, come spesso accade, sui media e in internet si colgono varie chiavi di lettura.

C'è chi ritiene si tratti di un concetto espresso in virtù del fatto che negli Stati Uniti la società inglese Cambridge Analytica avrebbe avuto possibilità di analizzare i dati di milioni di persone iscritte al popolare social network, in maniera tale da poter condizionare quella che sarebbe stata la campagna elettorale americana culminata con la discussa elezione di Donald Trup.

Altri rumors, invece, raccontano che Acton avrebbe investito una cinquantina di milion di dollari in Signal, un app che si prefigge di diventare un serio concorrente Whatsapp, oggi nelle mani di Zuckerberg. Quale sarà il motivo dominante del suo allarme? Uno, l'altro o forse entrambi? La verità probabilmente la sa solo lui.

Certo è che Facebook ed il suo fondatore non ci hanno fatto una bella figura in questa vicenda e la risposta dei mercato ne è la testimonianza. Per il momento appare difficile credere a un crollo verticale dell'utenza Facebook, ma sarebbe opportuno riflettere sull'opportunità di affidare praticamente tutta la nostra vita alla Rete. Aspetto, tra l'altro, ormai difficile da evitare.