Whatsapp si adegua alle Gdpr. Si tratta di un regolamento che, a partire da maggio, vincolerà coloro i quali operano sul territorio dell'Unione Europea, e si occupano di trattamento dei dati, a rispettare alcune norme. Una novità che risulta particolarmente interessante agli occhi dell'attenzione mediatica, poiché arriva poco tempo dopo la vicenda che ha visto coinvolti Facebook e il suo fondatore Mark Zuckerberg, in merito alla presunta cessione di dati a pagamento a Cambdrige Analytica, in occasione delle elezioni presidenziali americane.
Da ora in avanti, almeno in teoria, chi ha meno di 16 anni non potrà avvalersi della popolare app di messaggistica.
Si attende, ad oggi, di apprendere quale potrebbe essere il metodo attraverso cui sarà possibile riconoscere il reale dato anagrafico di ciascun utente, ma nel frattempo ci si limita a prendere atto di quanto è riportato dalla norma.
WhatsApp: c'è chi si è indispettito
Dunque, se da un lato una parte dell'utenza si è limitata a prendere semplicemente conoscenza di questa nuova disposizione; dalla'altro invece c'è chi ha visto la conferma di quanto, in realtà, si fosse solo sospettato fino ad oggi. Infatti, per una parte dell'opinione pubblica, la decisione di WhatsApp di adeguarsi al Gdpr sarebbe una sorta di conferma di un'attività di "trattamento dei dati". Si tratta di una pratica notoriamente seguita da un social network come Facebook, ma piuttosto anomala per un servizio che, in realtà, dovrebbe solo consentire di scambiarsi delle comunicazioni.
Ad ogni modo non ci sarebbe da preoccuparsi, poiché ciò che potrebbe essere utilizzato dalla piattaforma non sarebbero mai i contenuti delle conversazioni, bensì i cosiddetti "metadati". Si tratta, in altre parole, della posizione, del modello di smartphone utilizzato e di tutte quelle informazioni periferiche che finiscono nel calderone di quella collaudata procedura che viene comunemente definita "trattamento dei dati", ovvero il prezzo da pagare per molti servizi che sul web vengono offerti gratuitamente, proprio come WhatsApp.
In seguito alla diffusione di questa notizia, si è riacceso il dibattito sulla circostanza che, in realtà, ciò che viene offerto come gratuito su internet, venga allo stesso tempo "pagato" attraverso il consenso all'utilizzo dei propri dati personali.
WhatsApp: nuova funzione rivoluzionaria?
Intanto, WhatsApp continua ad essere in vetta alla classifica delle app più utilizzate per la messaggistica.
La piattaforma di proprietà di Mark Zuckerberg continua a proporre costantemente delle novità, infatti ad aprile sono arrivate anche per Android le note vocali da poter utilizzare senza tener premuto costantemente il microfono, le descrizioni per i gruppi e gli hashtag.
Invece c'è una certa attesa per capire se è quando arriverà una funzione che potrebbe cambiare profondamente il modo di comunicare. Infatti, se dovessero essere confermate le voci circa le implementazioni delle videochiamate di gruppo, Hangouts e Skype rischierebbero di essere soppiantate da un'app che è già ben conosciuta all'utenza mondiale.