Incrementare la tecnologia Cloud: sembra essere questa la parola d'ordine del piano triennale per l'informatica nella PA. Il settore pubblico appare bisognoso di un radicale rinnovamento dal punto di vista infrastrutturale ed informatico, per cercare di invertire una tendenza che, ad oggi, vede la maggior parte della spesa dedicata all'IT, concentrata su servizi on-premises, cioè installati su macchine locali. L'obiettivo da raggiungere è quello di incrementare la quota di servizi da affidare all'esterno a provider che facciano costante ricorso alla tecnologia Cloud.

L'Osservatorio Cloud nella PA della School of Management del Politecnico di Milano ha condotto uno studio, prendendo in esame 60 enti pubblici e 6 enti comunali e sanitari lombardi. L'intento era quello di analizzare l'evoluzione dei sistemi informativi alla luce del piano triennale. Mariano Corso, responsabile scientifico dell'ente che ha condotto la ricerca, ci tiene a sottolineare come questo piano sia una grande opportunità per cercare di risolvere, con il passaggio ad una gestione sistemica delle risorse informatiche, problemi che da tempo attanagliano la Pubblica Amministrazione. La digitalizzazione, infatti, porterebbe vantaggi sia in termini di razionalizzazione della spesa pubblica, che di miglioramento delle tecnologie attualmente in uso.

Privacy e modernizzazione, due ostacoli al cambiamento

Evolvere verso un sistema di questo tipo non sembra, però, a prima vista, un processo privo di ostacoli. Infatti la rivoluzione digitale della PA sarebbe costantemente rallentata da alcuni elementi, quali: l'inadeguatezza sul fronte sicurezza delle attuali tecnologie, la riduzione dei costi e l'obsolescenza dei sistemi.

Oltre a ciò, bisogna mettere in conto il timore per la protezione della privacy e dei dati sensibili, i costi da affrontare per l'adeguamento delle apparecchiature al sistema Cloud, e le difficoltà nell'individuare il fornitore più conveniente.

Altro tassello importante è rappresentato dalla necessità di selezionare nuove competenze da introdurre nell'esercizio della nuova tecnologia e, in particolare, in merito a quello che pare il punto più sensibile di tutto il processo, ovvero l'introduzione di un responsabile della gestione della sicurezza, esigenza che è diventata impellente soprattutto adesso, con l'imminente entrata in vigore del nuovo Gdpr europeo (General Data Protection Regulation).