L’inevitabile eco dell’ordine esecutivo emanato dall’amministrazione Trump inizia a rimbombare anche nei mercati tecnologici europei. La notizia è partita da fonti dell’agenzia Reuters, per essere successivamente confermata dalla stessa Google, la quale sospenderà ufficialmente ogni rapporto commerciale con Huawei, ponendo fine agli accordi tra le superpotenze mondiali. Una decisione non priva di conseguenze, che si ripercuoteranno sul colosso cinese così come sui consumatori.

Ragioni e ripercussioni dell’azione commerciale

Sebbene non immediate, le conseguenze del divieto commerciale posto dall’amministrazione Trump nei confronti dell’azienda cinese saranno inevitabili.

L’ordine esecutivo, infatti, impone al mercato americano il divieto assoluto di intrattenere rapporti commerciali con le aziende incluse nella blacklist in quanto ritenute pericolose per la sicurezza nazionale, dato il rischio di spionaggio da parte del governo cinese. Un’allerta che ha suscitato una irreversibile sequenza di effetti nelle multinazionali partner fornitrici di servizi (Intel, Broadcom, Infineon e Qualcomm), le quali hanno prontamente sospeso accordi, licenze e forniture a Huawei. Ma, al di là del notevole sconvolgimento commerciale globale, cosa comporterà la sospensione di tali servizi per gli utenti? Secondo gli analisti, nessuna ripercussione immediata: gli Smartphone di cui i consumatori sono già in possesso non dovrebbero accusare nessun particolare malfunzionamento, anzi dovrebbe essere garantita la possibilità di scaricare app e aggiornamenti sul negozio virtuale, ovvero il Play Store.

Il problema si porrà probabilmente per i dispositivi prossimi al lancio, come il "Mate 30 Pro", in commercio a fine estate. Questi dispositivi infatti non saranno in grado di utilizzare la versione attuale di Android. Nella medesima condizione si ritroveranno naturalmente anche le componenti interne e i dispositivi vari prodotti dallo stesso colosso, quali: microchip, processori, modem e smartwatch.

A rischio anche la rete degli operatori telefonici

Dopo il coreano Samsung, Huawei si è confermato nel tempo il produttore di smartphone più famoso a livello mondiale. Eppure il primato non gli è valso ad impedirgli il probabile rapido tracollo che potrebbe subire con il blocco commerciale in atto. Dal punto di vista degli utenti, le conseguenze a medio termine consisterebbero nell’impossibilità si aggiornare il software da parte dei dispositivi di prossima uscita, come "Huawei P30 Pro".

Tale difficoltà riguarderà i servizi erogati da app come Google Maps e Gmail, poiché sarà impedito l’accesso ad Android 10 Q, presentato nel corso del Google I/O 2019 nelle scorse settimane. Ma il rischio maggiore la correranno probabilmente gli operatori telefonici (TIM, Tre, Vodafone, Iliad, Fastweb), partner nello sviluppo della rete 5G, i quali probabilmente dovranno rimodulare i progetti di attivazione.