Uno spyware per infettare i telefoni attraverso Whatsapp. Secondo il New York Times si tratta di un’azienda israeliana che è stata accusata di fornire strumenti per spiare attivisti e giornalisti per i diritti umani e che ora sta minacciando la sicurezza attraverso WhatsApp. L’applicazione di messaggistica, proprietà di Facebook che viene utilizzata da 1,5 miliardi di persone, è stata il bersaglio attraverso il quale introdurre virus su iPhone e telefoni Android. Facendo riferimento a quanto riporta il New York Times, i ricercatori di sicurezza, dopo aver trovato il cosiddetto spyware, hanno dichiarato o che le caratteristiche della tecnologia usata assomiglia a Pegasus che appartiene al gruppo NSO Group Technologies (azienda tecnologica israeliana focalizzata sulla cyber intelligence).

Il virus è stato identificato durante i primi giorni di maggio e per correggere la vulnerabilità i tecnici di WhatsApp hanno lavorato 24 ore su 24.

WhatsApp: si invita ad aggiornare l'app con la versione più recente

Secondo gli esperti ancora non è possibile individuare il numero di Smartphone colpiti da questo virus, ma assicura che non si tratta di un attacco di larga scala. Nonostante questo, si incoraggiano tutti ad aggiornare la loro applicazione WhatsApp al più presto possibile. Attraverso una nota, la piattaforma di Zuckerberg ha confermato l’indiscrezione pubblicata. In un report del Financial Times, l'azienda ha precisato di aver riparato il difetto lunedì scorso. Secondo gli esperti, una sola chiamata su WhatsApp, che non necessitava risposta, permetteva agli hacker di installare spyware sugli smartphone, per poter poi avere accesso dei dati e contenuti personali.

L'azienda ha sottolineato di mantenere sempre aggiornato il loro sistema operativo mobile, per proteggersi da potenziali exploit mirati progettati per compromettere le informazioni memorizzate su dispositivi mobili.

I ricercatori: lo spyware ha colpito avvocati, giornalisti e attivisti

Secondo gli esperti, la lista di nomi di persone che sono state scelte come obiettivo di attacco, potrebbe essere molto lunga.

Il difetto di WhatsApp è stato utilizzato per colpire un avvocato di Londra che è stato coinvolto in cause legali che accusano il gruppo NSO di fornire strumenti per hackerare i telefoni di Omar Abdulaziz, un dissidente saudita in Canada, un cittadino del Qatar e un gruppo di giornalisti e attivisti messicani, hanno rivelato gli esperti.

Parlando in anonimato, l’avvocato ha confermato di aver cominciato ad avere dei dubbi che il suo telefono fosse stato hackerato, quando ha cominciato a ricevere su WhatsApp chiamate da numeri di telefono svedesi. L'avvocato si era messo in contatto con Citizen Lab presso la Munk School of Global Affairs dell'Università di Toronto, (un laboratorio interdisciplinare incentrato su ricerca, sviluppo e politica strategica di alto livello e impegno legale all'intersezione di tecnologie dell'informazione e della comunicazione, diritti umani, e sicurezza globale) che ha contribuito a scoprire l'uso dei prodotti del Gruppo NSO negli attacchi a giornalisti, dissidenti e attivisti.