Il 12 aprile le Nazioni Unite (Onu) celebrano la Giornata internazionale del volo umano spaziale. La ricorrenza è una data storica per l’umanità perché proprio il 12 aprile del 1961 ci fu il primo storico volo spaziale umano, effettuato dal sovietico Yuri Gagarin che aprì di fatto la strada alla esplorazione dello spazio.
Nel 2011 l’Onu ha dichiarato il 12 aprile come la “Giornata internazionale del volo spaziale umano” per ricordare appunto quell’evento e per promuovere l’esplorazione e l’uso dello spazio esterno per scopi pacifici e a beneficio dell’umanità.
Anche l'Italia ha un ruolo attivo nell'avvio dell'era spaziale
Esattamente 60 anni fa, il 12 aprile 1961 Yuri Gagarin ha aperto la via alle missioni umane di esplorazione dello spazio. Finalmente era l’uomo a superare i confini dell’atmosfera dopo quasi quattro anni dal lancio dello Sputnik da parte dell’Urss (4 ottobre 1957), che aveva inaugurato l’era spaziale e che aveva visto successivamente anche l’Italia protagonista con un programma per il lancio di satelliti artificiali completamente made in Italy. Infatti esattamente il 15 dicembre 1964, dalla base di Wallops Island, negli USA, venne lanciato il primo dei satelliti San Marco (in totale saranno sei, l’ultimo nel 1988).
La missione di Gagarin
Il 12 aprile 1961, partita dalla base spaziale di Bajkonur in Kazakistan, la Vostok 1 compì un'orbita completa intorno alla Terra per atterrare, dopo 108 minuti, nella Russia occidentale (all'epoca il cosmonauta non atterrava insieme alla navicella, ma veniva espulso all'esterno e paracadutato a Terra in fase di rientro).
Si racconta che inizialmente la capsula fu diretta verso la Siberia; quindi sorvolò l'oceano Pacifico e, già quando si trovava sopra l'Africa, si accesero i retrorazzi per frenare la navicella e consentirne il rientro. L'altitudine massima raggiunta fu di 302 chilometri e la minima di 175. La Vostok viaggiava a una velocità di 27.400 chilometri orari.
“Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini”. Furono le parole che Gagarin pronunciò osservando fuori dall'oblò. Celebre anche la sua descrizione dell'assenza di gravità, che era in qualche modo insolita rispetto alle condizioni della Terra. "Lassù ti senti come se fossi appeso in posizione orizzontale con delle cinghie. Ti senti come se fossi sospeso".
Luca Parmitano e Yuri Gagarin
Come ogni astronauta volato sulla Stazione Spaziale Internazionale dal cosmodromo di Baikonur, l’astronauta dell’ESA e Ufficiale pilota dell’Aeronautica militare Luca Parmitano ha un legame particolare con il primo uomo nello spazio.
Come lui stesso ha sottolineato in alcune interviste: “Yuri Gagarin è un personaggio che trascende qualsiasi confine.
Entra nella leggenda e nella storia per la sua impresa. Egli è il primo grande eroe della storia astronautica. Nella mia vita professionale ripenso a tre momenti in cui Yuri Gagarin ha fatto parte, in un certo senso, della mia storia e del mio percorso. Il primo momento da piccolo: era un nome che comunque conoscevo, probabilmente non ne avrei saputo raccontare la storia ma che mi dava l’emozione di qualcosa di epico. La seconda quando da pilota sperimentatore mi accingevo a svolgere le selezioni per diventare astronauta e Yuri Gagarin, aviatore anche lui, è diventato qualcosa di tangibile da inseguire ed emulare. E in questo stesso periodo che ho cominciato a comprendere la portata reale di quell’impresa perché il contributo di Gagarin era il fatto di essersi esposto all’ignoto, a un compito il cui risultato era all’epoca imprevedibile.
Il terzo momento, molto più umano e intimo, quando quasi per caso nelle celebrazioni dei cinquant’anni della sua impresa fui invitato ad una cerimonia e notavo quanto Yuri Gagarin era ormai un eroe nazionale amatissimo dal suo popolo e rimasi colpito specialmente dai tanti bambini che gli scrivevano poesie e canzoni".
Yuri Gagarin, i suoi resti si trovano al Cremlino
Il 27 marzo 1968, durante un volo addestrativo, Gagarin insieme a un istruttore di volo morì quando il MiG-15UTI su cui effettuava un’attività addestrativa si schiantò vicino alla città di Kirzhach. Aveva solo 34 anni. Il corpo di Gagarin fu cremato e le sue ceneri furono sepolte nei muri del Cremlino.