Due significative notizie caratterizzano la giornata odierna del settore telefonico in Italia, e non solo, e fanno presagire sviluppi nuovi nel mondo delle telecomunicazioni nazionali.

Wind cerca di subentrare a Telecom nell'affare Metroweb

La prima notizia, raccolta dall'agenzia Radiocor, riguarda la conferma, dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, dell' avvenuto recapito da parte di wind a F2i (società che controlla Metroweb), di una lettera d'intenti per una disponibilità da parte del gruppo diretto da Maximo Ibarra ad investire nel campo della banda ultra larga allo scopo di creare una apposita società che comprenda, oltre a Metroweb, anche Vodafone (che era finora rimasta a guardare pur dichiarandosi disponibile) e il Fondo Strategico Italiano controllato da Cassa Depositi e Prestiti.

Parallelamente Enel continua a dialogare sia con Metroweb che con Telecom.

Con la prima sta dialogando del suo eventuale impegno per raggiungere i famosi cluster C e D (le zone d'Italia disagevoli da raggiungere e a basso, se non nullo o negativo, rendimento di mercato) con la fibra ottica che verrebbe poi utilizzata dai vari operatori telefonici. Con Telecom invece Enel prosegue il tavolo di lavoro congiunto per la costituzione della rete nazionale in fibra, notizia confermata ieri dal presidente di Telecom, Giuseppe Recchi: "I tecnici si stanno parlando" .

Per contro il Governo, per bocca del sottosegretario Giacomelli, pur non essendo scaduti i termini di presentazione dei progetti di investimento nel settore da parte degli operatori telefonici, fa sapere che stanzierà 7 miliardi di euro contro gli annunciati 6 per il piano di sviluppo della banda ultralarga nel nostro Paese.

Vivendi può finalmente controllare Telecom

La seconda notizia di rilievo riguarda l'ormai prossimo (la fine di giugno) riassetto azionario del gruppo Telecom come conseguenza dell'approvazione, da parte delle autorità di controllo argentine, dello scioglimento della holding Telco che, col 22,4%, per circa sette anni, ha mantenuto il controllo azionario della nostra compagnia telefonica. Le quattro società che componevano l'azionariato di Telco (Telefonica 66%, Generali 19,32%, Intesa San Paolo e Mediobanca entrambe con l'11,62%) posseggono, proporzionalmente, anche delle quote in Telecom, quote che ora diventano disponibili al mercato. A dir la verità l'8,3% di Telecom, che era nelle mani di Telefonica, era già passato nella disponibilità del colosso francese della comunicazione Vivendi e del suo controllore Vincent Bollorè nel momento in cui questi aveva ceduto la società brasiliana di telecomunicazioni Gvt a Telefonica nel settembre scorso.

La decisione argentina, sbloccando questa vendita, darà il via all'avvicendamento, nella posizione di controllo azionario della ex monopolista delle comunicazioni telefoniche italiane, tra la spagnola Telefonica e la francese Vivendi.

Bollorè, ha inoltre già dichiarato di essere disponibile ad aumentare la quota azionaria in Telecom acquisendo azioni dagli altri tre ex soci di Telco, i quali da parte loro hanno già tutti dichiarato la loro disponibilità alla cessione.

Resta ora da vedere come questo cambio di indirizzo, che inevitabilmente la strategia di Telecom subirà e forse ha già iniziato a subire, visto il cambio repentino che ha portato al tavolo di lavoro con Enel, si riverbererà nel complesso e articolato mondo delle comunicazioni italiane.