Dal 2017 ci saranno delle multe a chi non si adeguerà alle nuove normative che daranno la possibilità di scegliere un operatore italiano piuttosto ad uno albanese, se si riceve una telefonata da un call center.

Nuove norme

La Legge di Bilancio, approvata definitivamente il 7 dicembre, ha imposto alle aziende di call center di avvisare il ricevente della chiamata, del paese da cui è partita la telefonata. Ovvero se riceviamo una telefonata dall'Albania, da oggi in poi saremmo avvisati della sua provenienza e se preferiremmo parlare con un operatore dall'Italia, potremmo comunicarlo e impostare una nuova conversazione.

La nuova normativa entrerà in vigore esattamente dopo 90 giorni dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale e sarà valida per tutte le aziende comprese quelle che hanno già spostato la loro sede all'estero. Si avranno esclusivamente 3 mesi di tempo per cercare di organizzarsi, dopo di che, chi non rispetterà le norme verrà sanzionato con multe a partire dai 50 mila euro al giorno.

Il viceministro dello Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, ha spiegato che ormai, parlare con un operatore che sta chiamando da una sede non italiana è all'ordine del giorno e questo perchè conviene alle aziende italiane, visto che in paesi come l'Albania, le persone vengono pagate molto di meno che in italia.

A tutela dei lavoratori in Italia

Questa normativa è stata messa in atto con lo scopo di cercare di tutelare tutte le persone che lavorano in Italia e che cercano di conservare il loro posto di lavoro. Quindi non tanto per migliorare il servizio, visto che soprattutto gli Albanesi parlano molto bene l'italiano, ma piuttosto per chi nei call center italiani ci lavora, visto che con la delocalizzazione delle aziende il loro posto è sempre a rischio.

Citiamo l'esempio della Società Almaviva Contact, con sede a Roma e Napoli, che ha pensato di chiudere le sue sedi in Italia e spostarle all'estero, con la conseguente perdita di 2.500 posti di lavoro. "Per tutto questo c'è una reale motivazione", spiega la società aggiungendo che "la concorrenza sotto-costo di chi lavora da Paesi Extra-Europei è davvero tanta".