La dieta degli italiani diventa sempre più varia edinternazionale: in un Paese in cui quasi un residente su dodici ormai è diorigine straniera anche la cucina si apre alle culture dei suoi nuovicittadini. Un fenomeno che cresce: se infatti il settore complessivo dellaristorazione tra 2011 e 2012 è cresciuto in media del 2,0%, nello stessoperiodo le imprese straniere registrano, tra ristoranti e bar, un aumento del9,3% superando nel 2012 le 28.000 attività e pesano ormai il 9% sull'interosettore. Vale a dire che ormai quasi una impresa di ristorazione su 10 è straniera.
Il dato emerge daun'elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati del registroimprese al terzo trimestre 2012 e 2011.
Tra le attività della ristorazione sono più di 17.000 i ristorantiveri e propri (61,5%), quasi 11.000 i bar e caffè (38,5%). La ristorazioneetnica in Italia in circa un caso su quattro parla cinese (con il 23,8% delleimprese individuali con titolare straniero attive nel settore, pari a 4.188ditte) ma si difendono anche il contingente arabo che, tra le varienazionalità, detiene una attività su cinque (20,9% pari a 3.670 ditteindividuali, più della metà egiziani) ed i latino americani con quasi unaimpresa su dodici (7,4% del totale, 1.298 imprese). Ma ci sono ancheimprenditori rumeni (1.093 imprese, 6,2%) e albanesi (776, 4,4%).
Una ristorazione che sul territorio ama soprattuttoil Centro e Nord Italia, tra Lombardia con il 26,9% delle imprese, il Lazio(10,8%), l'Emilia Romagna (10,7%) e il Veneto (10,3%). Tra le province dovemangiare etnico è più facile, Milano (12,8% del totale degli stranieriristoratori), Roma (9,2%), Torino (4,7%), Brescia (3,4%) e Bologna (3,2%).
In particolare, a Milano hannosede inoltre il 25,1% dei ristoranti e bar attivi con titolare cinese, il 20,5%di quelli con titolari provenienti dai Paesi arabi e il 7,7% dei ristoratorilatinoamericani.