Il weekend del 26 e 27 novembre, si terrà a Bruxelles un festival all'insegna della convivialità e della produzione alternativa di Vino e birra. L’evento si svolgerà presso il Garage Citroën Yser, Place de l'Yser, 7, nel centro della capitale. I 211 espositori partecipanti sono principalmente aziende francesi, italiane e belghe, che si posizionano controcorrente rispetto ai produttori di bevande alcoliche convenzionali.

Il festival, che è già alla sua terza edizione, è organizzato in collaborazione con Slow Food e Zero Waste Belgium.

Uno degli obiettivi sarà quindi di limitare lo spreco alimentare durante l’evento e di sensibilizzare i partecipanti riguardo questa tematica.

A partire dalle ore 12 di sabato, sarà aperto il Villaggio Slow Food: uno spazio gastronomico con la possibilità cibarsi di prodotti gustosi e di alta qualità, in abbinamento ai vini e alle birre ribelli.

Durante il festival verranno inoltre organizzate delle sedute di degustazione, in particolare:

Sabato 26

  • Dalle 10.30 alle 12: I rosati tra Francia e Italia: il patrimonio della leggiadria
  • Dalle 15.00 alle 16.30: L’universalità della birra e la tipicità del vino in abbinamento con il salame parmigiano Felino

Domenica 27

  • Dalle 10.30 alle 12: Le jardin botanique et la brasserie

  • Dalle 12.30 alle 14: La Brasserie Cantillon e il matrimonio intimo con il mondo del vino
  • Dalle 14.30 alle 16: Vini vulcanici dell’Italia

In aggiunta vi saranno anche dei corsi di cucina, presentazioni di libri e vari workshops, tra i quali anche la proiezioni di film in tema: Quatro Manos, les Pionniers de la Cordillère des Andes e Vino Naturale, Vino Vivo.

Da non perdere sarà la proclamazione del Lambic come quarto presidio Slow Food belga, che si terrà sabato dalle 16.45 alle 17.45.

Il costo del biglietto d'ingresso per i due giorni è di 17 euro, dei quali un euro verrà devoluto all'operazione Viva for life, a sostegno di bambini e famiglie con difficoltà economiche.

Perché quindi non approfittare dell'evento per assaggiare ottimi vini naturali e birre artigianali, diversi dagli standard ai quali siamo abituati?