italiani, popolo di santi, poeti e navigatori. E poi ancora allenatori di calcio, politici, manovali edili, pensionati, e tanto altro ancora, ma prima di iniziare qualsiasi attività quello che ci vuole è una bella colazione che faccia cominciare bene la giornata. E dove, se non al Bar?

Per un rapido excursus

Si dice che le origini del bar come punto di incontro e ristoro possano essere individuate nel XVII secolo quando dalle lontane terre di Egitto ed Etiopia giunse a Venezia questo sconosciuto seme dal sapore simile alla cicoria, il caffè. Intorno ad esso iniziò a crescere curiosità e soprattutto business, con molti circoli culturali che si svilupparono proprio all'interno di queste 'botteghe del caffè'.

Se è vero che la macchinetta casalinga per preparare il caffè, la moka, ha portato questo piccolo piacere quotidiano praticamente nelle case di chiunque, è vero anche che l'atmosfera che si respira di prima mattina all'interno di un bar è davvero una delle caratteristiche principali dell'italianità.

Ma anche qui qualcosa è cambiato

Non solo caffè però, all'interno di queste piccole o grandi botteghe moderne. Se la nera bevanda riceve un buon 70% delle preferenze mattutine degli italiani, il caffè nel corso dei secoli, ed in maniera più veloce negli ultimi anni, ha subito trasformazioni e contaminazioni per stuzzicare anche chi non era avvezzo a questo piccolo vizio quotidiano.

Il cappuccino, nato un centinaio d'anni dopo il caffè e preferito dal 25% degli avventori del bar, rappresenta una implementazione della colazione all'italiana che vede anche la presenza immancabile del cornetto e magari un succo o una spremuta.

Sembra facile quindi la vita di un barista, ma le cose si sono complicate quando ogni cliente ha scoperto che il mercato ha pensato a quasi tutti i capricci possibili per il pasto più importante della giornata.

Ognuno è fatto a modo suo, quindi, ed ecco che compare il caffè lungo, quello corto, il macchiato, il macchiatone, nel bicchiere di vetro, in tazza fredda, in tazza grande, decaffeinato, leggermente lungo, il marocchino (chiamato in maniera diversa a seconda della regione in esame, dalla mascherina al veneziano allo schiumato), il cortado e tante altre varianti praticamente a seconda dell'umore di chi lo chiede.

Lo stesso discorso potrebbe essere fatto per il cappuccino che presenta almeno una varietà per ogni tipo di latte in commercio: con latte scremato, con latte ad alta digeribilità, con latte intero, con latte di soia o di capra, chiaro, scuro, nel bicchiere di vetro, col cacao, con cannella, con latte freddo e c'è anche chi, come se non bastasse, ha trovato il tempo di inventare la art coffe, o latte art, in cui la schiuma del latte diventa tela per disegni più o meno astratti.

Il vero intenditore, si dice, preferisce bere il caffè amaro ma anche in questo caso il gusto non si discute, e quindi ecco il dolcificante, il saccarosio, il fruttosio e chi più ne ha più ne metta.

Il restante 5% si è rivolta in maniera definitiva ad altri prodotti entrati di recente sul mercato, come il ginseng, il guardanà e l'orzo, ma senza rinunciare alle varianti personalizzate ovviamente. E per rendere il tutto adatto alla moderna globalizzazione, ecco spuntare il caffè americano, più leggero ma anche dal sapore meno...caffè.

Tanta varietà confonde

Che il bar sia una sorta di bottega diventa evidente a partire dalle vetrine, quasi sempre ricche di dolciumi di ogni genere, dai biscotti alle caramelle, dalle torte gelato a quelle decorate a mano, e una volta entrati, oltre agli aromi dolci della colazione, colpisce l'incredibile e sempre più vasta varietà di snack che è possibile comprare per finire poi alla parte destinata agli altri pasti giornalieri, con panini e pizzette pronti già dalle prime ore del giorno.

Non stupisce che, soprattutto nei posti ad alta affluenza di pubblico come le grandi città o i centri di particolare interesse turistico, i numerosi clienti stranieri si lascino attrarre dallo sfavillio delle offerte gastronomiche anche senza essere particolarmente esperti della cucina italiana. Ed ecco che spuntano i panini con la mortadella inzuppati nel cappuccino o bicchieri di vino accompagnati da croissant alla cioccolata.

Il gusto non si discute, d'accordo, ma per certe cose...evviva la tradizione!