La vicenda che ha avuto per protagonista la dirigente dell'istituto comprensivo Racconigi di Torino è finita sulle prime pagine dei giornali. Maria Teresa Furci le aveva provate di tutte per riuscire a trovare un'insegnante di sostegno sino al prossimo mese di giugno, ma ogni tentativo era risultato vano. Poi, l'ultima speranza affidata ad un annuncio messo su Facebook sabato scorso.
Ultime notizie scuola, sabato 11 febbraio 2017: annuncio su Facebook per trovare insegnante sostegno
In un'intervista rilasciata al quotidiano 'La Stampa', la direttrice aveva spiegato come fosse impossibile trovare un'insegnante: 'Ho cercato nelle altre scuole, ma niente, per i posti che servono non ci sono abbastanza insegnanti.' Tra l'altro, la dirigente ritiene che il ruolo del docente si è talmente sminuito negli ultimi anni che i giovani non hanno più voglia di intraprendere questa professione.
Risultato? Non ci sono più maestri.
Postare sul più famoso social network è stata l'ultima mossa, quella della disperazione. 'Non l'avrei fatto, se avessi avuto ancora a disposizione una sola alternativa' ha confessato Maria Teresa Furci.
E l'annuncio ha funzionato. Infatti, con il passare dei giorni, sono arrivate le proposte da parte di insegnanti idonei a ricoprire l'incarico. 'Hanno scritto in tanti: mariti per conto delle mogli, padri per conto delle figlie, persino dei maestri che si sono diplomati vent'anni fa' - ha dichiarato la dirigente scolastica che, amaramente, sostiene che qualcosa dovrebbe cambiare per quanto riguarda il sostegno.
Insegnante di sostegno trovata su Facebook: 'La supplentite non è finita, anzi'
Come viene riportato dal numero odierno del quotidiano 'Italia Oggi' (sabato 11 febbraio), Teresa Olivieri, segretaria della Cisl Scuola di Torino, ha dichiarato che la supplentite non è affatto finita, anzi, 'nella nostra provincia è persino aumentata'.
Chissà se la singolare iniziativa di Maria Teresa Furci, andata a buon fine, verrà imitata in futuro da qualche 'collega', alla disperata ricerca di un docente per il proprio istituto: certamente, si tratta di una soluzione che non doveva nemmeno essere presa in considerazione, a così breve distanza da una legge, la 107, che prometteva di risolvere i problemi del precariato, quasi come se avesse una bacchetta magica.