Le ultime due puntate de "Gomorra - La serie", andate in onda martedì sera su "Sky", hanno concluso trionfalmente una produzione che ha messo d'accordo sia il pubblico che la critica.
Grazie a questo clamoroso successo, "Sky Italia" ha deciso di prolungare la serie per un'altra stagione. D'altronde il finale, emozionante e mozzafiato, era enigmaticamente aperto: Genny Savastano, colpito apparentemente a morte da Ciro Di Marzio, in realtà muove il braccio, mentre è facilmente presumibile che il padre, lo spietato boss Don Pietro, liberato da un commando mentre viene trasferito dal carcere di massima sicurezza al centro di detenzione psichiatrico, abbia usato la carta della follia unicamente con lo scopo di farsi liberare durante il tragitto.
Liberamente ispirato al libro "Gomorra" di Roberto Saviano, la serie ha fatto registrare un ascolto medio settimanale di 1,02 milioni di spettatori, stregando tantissimi telespettatori da Nord a Sud della penisola.
Oltre alla bravura degli attori coinvolti, all'eccellenza portata da registi e produttori, va pure rimarcata l'efficacia della struggente colonna sonora, creata dal gruppo torinese Mokadelic, a suggellare, con sonorità rarefatte e suggestive, le varie scene, spesso sfociate in sparatorie e tragedie.
Dopo "Romanzo Criminale", dunque, un'altra serie, tutta italiana, ottiene un successo clamoroso. Uno spaccato grigio e senza speranza sulla provincia napoletana e sul potere della camorra, una serie che mostra le guerre tra i vari clan per far vedere, al telespettatore, come un regno basato sulla violenza si risolva inesorabilmente in altra sanguinosa violenza.
In questa spirale infinita, l'ultimo episodio ha riecheggiato le vicende degli Scissionisti, con la tragica fine dei ragazzini uccisi dal clan di Conte nel sottopassaggio. Una guerra fratricida e senza quartiere, in cui i nipoti ammazzano gli zii e i più grandi si vendicano sui "guaglioni", in una spirale d'odio senza fine.
Attendiamo la prossima stagione per poter conoscere gli ulteriori sviluppi di questa guerra tra bande camorristiche. Con la consapevolezza che la fiction proposta poco si discosta dalla realtà.