Dopo la lettura del testamento nell'aula del tribunale di San Francisco, è stato svelato che prima di morire, l'attore Robin Williams aveva deciso di lasciare la gestione della sua immagine ad un ente che destinasse i ricavati ad associazioni benefiche. Dalla relazione, si evince dei ricavi ma non dell'intero patrimonio, lasciando cosi delle lacune e disorientando i congiunti, tra i quali è in corso un battaglia legale per l'eredità.

L'ente così creato limiterà l'uso dell'immagine di Robin Williams fino all'anno 2039; in questo modo nessuno potrà utilizzare qualsiasi immagine dell'attore in qualsiasi produzione cinematografica.

È cosa singolare e unica, che i diritti d'immagine siano stati considerati al pari di patrimonio in denaro e beni immobili. L'attenzione del caso di Robin Williams arriva proprio in un momento in cui l'argomento digitale è di forte attualità, con l'utilizzo di tecniche innovative di ricreazione digitale delle immagini che di riflesso fanno pensare al film Fast & Furious 7 con Paul Walker da poco nelle sale cinematografiche.

Dopo la recente morte, con le riprese non ancora terminate dell'ultimo film uscito, sono state utilizzate tecnologie digitali e comparse dei fratelli per la ricreazione degli ologrammi facciali dell'attore, tecniche utilizzate da diverso tempo nei cartoons. Non c'è che dire, Robin ha pensato a tutto.

Addirittura ha stabilito che se l'ente creato non ottenesse deduzioni dal fisco come organizzazione benefica, ha studiato un modo per affidare i diritti a una o più organizzazioni benefiche con equivalenti principi come Medici Senza Frontiere o Make a Wish che godono di queste deduzioni.

È auspicabile forse che la decisione sia legata a un disaccordo in corso tra gli eredi di Michael Jackson e il fisco americano per evitare che anche l'ente pubblico tragga benefici dallo sfruttamento dell'immagine di Robin Williams. Nel frattempo è in corso la causa tra i familiari e i parenti dell'attore, per la contesa dell'intero patrimonio oggetto della disputa.